VITTORIA – È arrivato stamattina a Catania e dopo aver incontrato una delegazione di pescatori si è recato a Vittoria, la capitale delle primizie, per poi fare tappa nella Grammichele di Angelo Attaguile.
È il solito Matteo Salvini a tenere banco il giorno dopo l’accordo per l’export dell’olio tunisino duramente contestato dai produttori italiani che denunciano una concorrenza sleale.
In visita al mercato ortofrutticolo – un tempo fiore all’occhiello dell’economia locale, basata esclusivamente sull’agricoltura – Salvini trova una platea di produttori arrabbiata, stanca e sfiduciata. Il prossimo 14 marzo ci sarà una mobilitazione generale: ogni giorno che passa un’azienda ipparina chiude e i debiti aumentano esponenzialmente.
Il prezzo di pomodori, melanzane e zucchine è bassissimo e gli agricoltori non riescono nemmeno a coprire le spese, salvo poi ritrovare nelle catene della grande distribuzione i loro prodotti con un prezzo al consumatore esorbitante.
Sotto accusa la filiera ma anche l’accordo Eu – Marocco con la concorrenza sempre più aggressiva del Nord Africa che ha un costo minore della manodopera e della produzione con l’utilizzo, inoltre, di prodotti vietati in Italia.
“Il governo è complice – spiega Salvini – se chiamano a Vittoria o a Palermo la Lega vuol dire che la politica ha fallito. Noi ci occupiamo di tonno, di latte, di olio, di pomodoro. I miei colleghi in Europa ridono ma non c’è un cazzo da ridere. Ci stanno intossicando con schifezze che arrivano dall’altra parte del mondo”.
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Il leader leghista riserva una stilettata anche alle risorse europee “spese non bene in Sicilia” e accusa Crocetta (“una calamità naturale”) ma punta il dito contro l’Unione Europea: “Si sta massacrando l’Italia con l’immigrazione di massa e direttive sull’agricoltura sbagliate. Serve un governo forte che difenda il made in Italy”.
“Non è possibile – ha proseguito Salvini – che sia reato penale pescare un tonno con una multa di 8mila euro. Il nostro ministro se ne sta strafottendo del made in Italy e la politica ha le sue colpe. Noi ieri abbiamo votato contro le 70mila tonnellate di olio tunisino e il Pd a favore, ricordatevelo”.
Poi Salvini se la prende anche contro i sindacati: “Dove sono adesso che dovrebbero difendere gli agricoltori? Vengono a fare la sfilata dicendo di proteggere il made in Italy e poi sono d’accordo con il governo che lo sta massacrando”.
Diversi gli interventi da parte dei produttori vittoriesi e di Pachino – tra cui anche Maurizio Ciaculli, l’imprenditore che ha denunciato le storture della grande distribuzione e vittima di un attentato incendiario – che hanno chiesto all’eurodeputato la dichiarazione dello stato di crisi, una moratoria e una sospensione dell’accordo euromarocchino.
Dopo un collegamento in diretta con una tv nazionale Salvini ha promesso di farsi portavoce delle istanze del territorio e ha visitato i vari box del mercato ipparino.
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