Voti in cambio di “favori” e posti di lavoro. Bufera al comune di Vittoria. I NOMI e LE FOTO

VITTORIA – I finanzieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip del tribunale etneo nei confronti di sei persone ritenute responsabili di scambio elettorale politico-mafioso per le elezioni amministrative del 2016 tenute al comune di Vittoria, nel Ragusano.

È scattata anche la sospensione dai pubblici uffici per l’allora assessore al Bilancio per falsificazione delle autenticazioni delle firme delle liste elettorali.

Le indagini, coordinate dalla Dia di Catania e condotte dal nucleo polizia Tributaria della guardia di Finanza di Catania hanno portato all’emissione della misura degli arresti domiciliari nei confronti di:

  • Giuseppe Nicosia, 54 anni, già sindaco di Vittoria per due mandati (dal 2006 al 2016);
  • Fabio Nicosia, 51 anni, fratello dell’ex sindaco Giuseppe, eletto consigliere comunale a Vittoria nella tornata elettorale del 2016;
  • Giombattista Puccio, 57 anni, detto “Titta u ballerinu”, del quale è stata accertata in giudizio nel 2003 l’appartenenza alle associazioni mafiose “cosa nostra” e “stidda”;
  • Venerando Lauretta, 48 anni, già condannato per la sua appartenenza al clan “Dominante-Carbonaro”;
  • Raffaele Di Pietro, 55 anni, considerato mediatore dell’accordo stretto tra politica e mafia;
  • Raffaele Giunta, 55 anni, anch’egli mediatore dell’accordo politica-mafia.

Le Fiamme Gialle hanno accertato le responsabilità delle persone coinvolte grazie a intercettazioni telefoniche, perquisizioni, sequestri e, soprattutto, al contributo di alcuni collaboratori di giustizia che hanno permesso di ricostruire il quadro della situazione.

Secondo le loro testimonianze i fratelli Nicosia hanno ricevuto l’appoggio della “stidda” sia nelle elezioni amministrative del 2006 e 2011, che in quelle regionali/nazionali del 2008 e 2012.

In cambio il sindaco Giuseppe Nicosia aveva assegnato appalti e posti di lavoro a Raffaele Giunta e Raffaele DI Pietro.

Il collaudato sistema clientelare si reggeva, inoltre, anche sui voti degli operatori ecologici: alle ultime elezioni, il sindaco uscente Giuseppe Nicosia, aveva assicurato l’assunzione di 60 dipendenti nella gestione dei rifiuti a Vittoria.

Nel corso delle indagini è saltata fuori anche una riunione, voluta dai fratelli Nicosia, finalizzata a sancire il sostegno elettorale degli operatori ecologici ai due fratelli.

Poco prima delle elezioni del 2016 sono stati registrati contatti tra i Nicosia e gli esponenti di vertice del clan “stiddaro”, Giombattista Puccio e Venerando Lauretta, “sostenitori” della campagna dei due candidati in lizza.

Raffaele Giunta, anch’egli candidato al Consiglio prima che uno scandalo mediatico lo costringesse a ritirarsi aveva chiesto il sostegno di Venerando Lauretta ma quest’ultimo si era detto “vicino” alla coalizione appoggiata dai Nicosia, i quali, in cambio gli avevano promesso lo sgombero di un edificio pubblico, dove avrebbe potuto avviare un centro di assistenza per portatori di handicap.

Giorno 1 giugno, 2016, inoltre, gli investigatori hanno assistito a un incontro tra Fabio Nicosia e Giombattista Puccio. I due si sono incontrati nella sede di una società di imballaggi di cartone. In quella circostanza Puccio espresse la sua disponibilità a sostenerlo politicamente in cambio di benefici connessi allo svolgimento di attività economiche gestite dal figlio nel settore della rimozione dei rifiuti.

Infine, destinataria della misura interdittiva è Nadia Fiorellini, 55 anni, all’epoca dei fatti assessore al comune di Vittoria, per falso ideologico in atto pubblico avendo falsamente autenticato come apposte in sua presenza numerose firme per la presentazione della lista elettorale “nuove idee” in cui era candidato Fabio Nicosia, firme che, invece, erano state apposte da Di Pietro e Giunta.