ACATE – “Voglio giustizia, aiutatemi a fare luce su quello che è successo a Daouda e sulla sua sparizione. Ho fiducia e conto sulla giustizia“, sono le parole della moglie dell’ivoriano Daouda Diane. L’uomo di 37 anni, mediatore culturale scomparso il 2 luglio scorso ad Acate, in provincia di Ragusa, in circostanze rimaste oscure.
L’incontro tra Luigi Ciotti e la moglie
La moglie di Daouda ha incontrato Luigi Ciotti e una delegazione di Libera nel Communauté Abel, nella città di Grand Bassam in Costa d‘Avorio, dove si sta svolgendo la prima assemblea della rete Place promossa da Libera che riunisce i rappresentanti delle oltre 40 realtà provenienti da 16 Paesi del continente africano.
Durante l’incontro, sostiene una nota di Libera, tra la famiglia di Daouda e Ciotti sono stati ripercorsi i passaggi della vicenda del giovane mediatore culturale. La moglie ha ricordato che suo marito aveva lasciato la Costa D‘Avorio per andare a lavorare in Italia e per portare la sua famiglia in Sicilia.
Da quel 2 luglio di lui non si hanno più notizie. Da allora sono passati dieci mesi, nessuna traccia, nessun indizio. La Procura ha aperto, contro ignoti, un fascicolo per omicidio e occultamento di cadavere.
L’ intervento di Luigi Ciotti
“Abbiamo il dovere di continuare a cercare la verità perché solo così si può costruire un percorso di giustizia. Una verità che passeggia per le vie di quella città. C’è chi sa, c’è chi ha visto. Lo dobbiamo a lei e alla sua famiglia e dobbiamo impegnarci tutti perché questo avvenga. Libera non la lascerà sola perchè Dauda è nostro fratello“, conclude Ciotti.
In foto Daouda Diane