VITTORIA – Allarme rientrato a Vittoria dopo una nottata di angoscia e passione. Già dalle 22 circa la zona di Piazza Italia, in particolare via Evangelista Rizza, era stata transennata dopo una segnalazione dei residenti per una vettura sospetta dalla quale proveniva uno strano ticchettio.
Si tratta di una zona centralissima della città e proprio nello stesso posto venne fatto esplodere un ordigno circa due anni fa.
Allora si pensò alla pista del racket in quanto nei pressi è presente un’attività commerciale e solo per pura fortuna la terribile esplosione non ferì nessuno. Proprio uno dei residenti ha lanciato, intorno alle 21, l’allarme allertando la polizia. Probabilmente il fresco ricordo dell’attentato avvenuto precedentemente ha messo in allarme la popolazione.
Per lunghe ore la piazza e le zone limitrofe sono state interdette al traffico e la polizia ha fatto evacuare alcune case. Sul posto sono intervenuti anche i vigili urbani e i vigili del fuoco in attesa, per diverse ore, dell’arrivo degli artificieri da Catania.
Soltanto alle prime luci dell’alba, a seguito dell’intervento degli artificieri che è risultato “negativo”, l’allarme è cessato. Gli specialisti delle forze dell’ordine hanno smontato il paraurti posteriore e hanno appurato che non vi era nessun ordigno ma soltanto un malfunzionamento dell’impianto frenante ed elettrico dell’auto che generava quello strano ticchettio.
Lo conferma la Polizia di Vittoria che soltanto intorno alle 4,30 del mattino ha tolto le transenne e riaperto al traffico.
[wpvp_embed type=youtube video_code=-iCjIYKDW0Q width=670 height=377]
Dagli accertamenti compiuti sulla targa della vettura non risulta rubata e il proprietario è stato allertato.
Quindi nessun pericolo anche se non sono tempi tranquilli in città: neanche due settimane fa l’omicidio del pregiudicato calabrese Michele Brandimarte nel salotto buono di Vittoria: in via Roma in pieno orario di shopping natalizio.
Proprio ieri ricorreva l’anniversario della strage di San Basilio. Il 2 gennaio del 1999 un terribile agguato, apice di una guerra di mafia, costò la vita a cinque persone: Angelo Mirabella, in quel momento referente della “Stidda” vittoriese, Rosario Nobile e Claudio Motta, ritenuti affiliati del clan Dominante, e due giovani del tutto estranei alla vicenda, clienti del bar dove i killer spararono all’impazzata, Rosario Salerno e Salvatore Ottone.