Viaggio della speranza verso l’Italia, chiedevano 1.500 euro: acciuffati presunti scafisti. VIDEO

Viaggio della speranza verso l’Italia, chiedevano 1.500 euro: acciuffati presunti scafisti. VIDEO

RAGUSA – La polizia, a seguito dello sbarco di ieri, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di Seifeddin Jaddou di 31 anni, nato in Tunisia , Ridha Aimi di 23 anni, nato in Tunisia  e Ben Abde Feres di 29 anni, nato in Tunisia.

Secondo i testimoni, sono loro che hanno condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, hanno concorso con altri soggetti presenti in Tunisia al fine di trarre ingiusto e ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari.

Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone, perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro, perchè le vittime sono state esposte a pericolo per la loro vita e incolumità e sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I migranti sono stati ospitati mell’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

Il giorno 16 febbraio 2018, alle ore 20,40, nell’ambito dell’operazione “Themis 2018” dell’agenzia Frontex, il Pattugliatore Multiruolo P.02 “Monte Cimone”, nel corso della navigazione operativa finalizzata al controllo dei flussi migratori irregolari provenienti dal Nord Africa, su disposizione dell’International Coordinator Center (ICC) di Pratica di Mare, effettuava il trasbordo di 86 migranti tunisini soccorsi poco prima dalle unità navali CP320 e CP302 del Corpo delle Capitanerie di Porto.

Concluse le operazioni di trasbordo e ottenuto il benestare dalla competente Autorità Nazionale per il soccorso, il Pattugliatore “Monte Cimone”  si è diretto verso il porto di Pozzallo, dove è giunto alle 9 del mattino del 17 febbraio 2018. Immediatamente dopo lo sbarco, i migranti sono stati trasferiti nell’attiguo Hotspot.

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo ed una dei Carabinieri hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria 3 scafisti.

I migranti sono partiti dalla Tunisia e hanno pagato circa 1.500 euro ognuno per raggiungere l’Italia. Dalle indagini è emerso che i tre membri dell’equipaggio fossero in accordo con gli organizzatori tunisini tanto da non averli visti nelle cosiddette “connection house”, ma solo quando saliti a bordo della barca in legno. Grazie alle testimonianze è emerso che, una volta giunti in acque internazionali, i membri dell’equipaggio hanno richiesto l’aiuto via telefono satellitare ed atteso i soccorritori.

Al termine delle indagini, gli scafisti sottoposti a fermo sono stati rinchiusi nel carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente territorialmente. A differenza dei viaggi con partenza dalla Libia, dove i natanti vengono affidati a scafisti pronti ad assumersi la responsabilità pur di non pagare il viaggio, quando si salpa dalla Tunisia, considerato che la traversata è più impegnativa, esiste sempre un equipaggio, difatti sono stati ben tre i responsabili.

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Solo lo scorso anno la polizia giudiziaria ha arrestato 200 scafisti.