Tragedia di Vittoria, convalidato il fermo per il 30enne che ha ucciso i familiari

Tragedia di Vittoria, convalidato il fermo per il 30enne che ha ucciso i familiari

VITTORIA – Convalidato il fermo e confermata la custodia cautelare in carcere per Wajdi Zaouali. Quest’ultimo, il 30enne di origine tunisina che il 13 giugno a Vittoria ha appiccato il fuoco dentro la casa di famiglia in via dell’Unità, nel quartiere San Giovanni.

Di cosa è accusato il 30enne tunisino

L’uomo è stato accusato di incendio doloso, omicidio e tentato omicidio aggravati da vincoli familiari, crudeltà e motivi futili. Ha anche agito in circostanze tali da ostacolare la difesa personale. Il Gip di Ragusa, Vincenzo Ignaccolo, ha preso questa decisione dopo diverse ore di camera di consiglio successive all’udienza di convalida.

La madre Mariem Sassi, di 55 anni, e la sorella maggiore Samah Zaouali, di 34 anni, sono decedute a poche ore di distanza l’una dall’altra a causa delle gravi ustioni riportate.

Il padre Kamel Zaouali, membro del direttivo della comunità islamica di Vittoria, e la sorella minore Omaima, di 19 anni, sono ancora ricoverati nei reparti di Rianimazione degli ospedali di Palermo e Catania.



A scampare alla tragedia è stata un’altra figlia che studia a Torino.

Ottenuta la convalida del fermo

Il 30enne era stato rintracciato all’alba alla stazione degli autobus di Vittoria mentre tentava di fuggire. Durante l’udienza di questa mattina, davanti al giudice Vincenzo Ignaccolo, ha risposto alle domande dei magistrati, ma nulla è trapelato delle sue dichiarazioni. La sostituta procuratrice Marina Dall’Amico ha chiesto la convalida del fermo.

L’avvocato difensore Giovanni Ascone ha richiesto per Wajdi Zaouali la detenzione in una struttura carceraria con sezione psichiatrica per curare i disturbi del giovane, già in cura presso il Dipartimento di salute mentale.

Nel frattempo, la salma di Mariem Sassi si trova nell’obitorio dell’ospedale di Vittoria, mentre quella di Samah è a Catania. Il magistrato non ha ancora deciso riguardo alla restituzione delle salme ai familiari, non escludendo la possibilità di dover effettuare un’autopsia.