RAGUSA – Riflettori puntati sul terremoto di ieri a Ragusa. La notte scorsa è stata vissuta con forte paura dalla popolazione ragusana ma anche dal resto dei siciliani, ancora più spaventati in vista degli eventi già trascorsi.
La scossa rilevata alle ore 21,27 del 22 dicembre dalle sale dell’INGV è pari a una magnitudo di 4.4. Tuttavia, come molti avrebbero pensato, in realtà l’evento sismico non è assolutamente riconducibile all’attività vulcanica dell’Etna. Infatti, come del resto ci ha anche confermato l’esperto dell’INGV, l’epicentro ha avuto una profondità di 30 chilometri nella Costa Ragusana e proprio questo dato ha fatto sì che il terremoto venisse avvertito fino a Palermo.
Inoltre, pare che la conformazione strutturale della zona colpita, formata da un mix di rocce e calcare, abbia agevolato la trasmissione delle onde sismiche anche in lontananza. Dunque è stato scongiurato ogni possibile collegamento con l’Etna che, peraltro, in questo momento pare stia rallentando la propria attività. Lo ha confermato l’ultimo sopralluogo.
Sebbene non si sarebbero registrati danni gravi a cose o persone, molti hanno deciso di trascorrere la notte in macchina, probabilmente già traumatizzati da precedenti eventi della stessa natura. Infatti, molti hanno pensato al disastro sismico avvenuto nel lontano 1693.
La frequenza di tali terremoti nella fascia ragusana è stata spiegata da un comunicato dell’INGV dove l’area presenta “un rischio medio, ma storicamente ha sentito gli effetti di terremoti forti avvenuti in aree limitrofe“. La nota, inoltre, precisa che la frequenza non è alta ma c’è il rischio di terremoti ancora più forti di quello di ieri.
Fonte immagine: CSEM – EMSC