RAGUSA – Il carcere di Ragusa è stato teatro di un tentativo di aggressione nei confronti del personale di Polizia penitenziaria.
Aggressione in carcere: i fatti
Nella giornata di ieri, all’interno della sezione del penitenziario, i poliziotti hanno rinvenuto un cellullare. La scoperta è avvenuta durante una regolare attività di controllo nelle celle.
Il detenuto, mentre si trovava all’interno della stanza, dopo aver rotto il piede di un tavolo, ha tentato di aggredire il personale di Polizia penitenziaria, che ha fatto in tempo a mettersi in salvo prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
Pare che non sia la prova volta che il detenuto in questione assuma comportamenti violenti: già in passato aveva messo a segno un’altra aggressione, solo verbale, nei confronti di un poliziotto penitenziario.
Il disappunto della SiNAPPe
“Il carcere ragusano, cambia scena ma il film è sempre lo stesso“, fa notare Rosario Mario Di Prima, segretario nazionale del SiNAPPe. “I detenuti continuano a essere insofferenti verso le regole e verso il personale di Polizia penitenziaria, senza giustificati motivi ma sempre e solo per l’inobbedienza alle regole disposte dall’ordinamento penitenziario e alla vita all’interno dell’istituto di pena“.
“Nella gran parte dei casi, l’azione di violenza è volta a contrastare l’azione di controllo del personale, l’insofferenza alle regole e la contrapposizione allo Stato. Non è il colore, la cittadinanza o il credo che fa la differenza – aggiunge Di Prima – ma i detenuti, per fortuna la minoranza, che dimostrano la loro insofferenza alle regole la sfogano con azioni di violenza“.
“La situazione nel carcere di Ragusa è diventata difficile, sia per gli organici in sofferenza rispetto alle reali necessità – afferma ancora Di Prima – oltre che, per le difficili condizioni lavorative scaturite dall’assenza di puntuali e visibili azioni di contrasto da parte dell’amministrazione centrale. È stato chiesto un immediato intervento al Ministro della Giustizia oltre che al capo del Dipartimento. L’obiettivo è potenziare gli organici di Polizia penitenziaria e si metta mano alle norme sulla gestione dei detenuti che sono sempre più insofferenti e forti della blanda azione che lo Stato pone verso episodi di violenza e disobbedienza alle regole“.
“Il SiNAPPe si congratula con il personale di Polizia penitenziaria del carcere di Ragusa che con professionalità ha saputo gestire una situazione che sarebbe potuta diventare difficile e ingestibile. Lo abbiamo detto, scritto e ripetuto ora “BASTA”, o la politica decide il da farsi e potenzia gli organici oppure saremo costretti ancora una volta a manifestare il nostro disappunto pubblicamente“, conclude.
Foto di repertorio