Santa Croce, la città del sole sconvolta dall’omicidio di Loris

Santa Croce, la città del sole sconvolta dall’omicidio di Loris

SANTA CROCE – La città baciata dal sole a due passi dal mare è come un animale ferito. La piazza principale, dallo scorso 29 novembre, è presa d’assalto dai giornalisti e dalle telecamere. La routinaria vita dei pensionati che – come nei migliori stereotipi – camminano con la coppola calcata in testa e la mani dietro la schiena è stata interrotta da una tragedia che nessuno si aspettava potesse accadere. Non qui in provincia di Ragusa, non qui a Santa Croce.

santa croce

La placida cittadina iblea, a un tiro di schioppo da Marina di Ragusa, e che ha tra le sue frazioni la celebre Punta Secca, sede della storica casa del commissario Montalbano, è stanca e non ha voglia di parlare. I cronisti, alloggiati a Marina, battono i luoghi che ormai sono divenuti familiari a tutta Italia: la scuola di Loris, casa Stival, il vecchio Mulino, la casa del cacciatore Orazio Fidone.

casa stival

La casa della famiglia Stival

Gli ipad consultati freneticamente per controllare le ultime agenzie da parte dei cronisti fanno da contraltare ai bastoni che gli anziani stringono tra le mani. Santa Croce è una città paziente e un modello di accoglienza: la comunità straniera, specie magrebina, è ben integrata e moltissimi sono i cartelli con la doppia dicitura italiana e araba. Adesso la gente vuole soltanto verità e giustizia.

Il tristemente noto “canalone” dove è stato ritrovato il corpo esamine di Loris è nelle campagne di Punta Braccetto, in contrada Vecchio Mulino. Di guardia ci sono due carabinieri e i soliti giornalisti. Passa anche qualche curioso e qualcun altro lascia un mazzo di fiori o un bigliettino.

loris canale

Il canalone dove è stato ritrovato Loris

Uno di questi recita: “Buon viaggio piccolo Loris. Che tu possa trovare in cielo la pace che in terra non hai avuto”. Tra i fiori anche un pupazzetto, simbolo di un’infanzia spezzata. Forse con una fascetta, forse con un volo. È facile scadere nel voyeurismo e lo stesso ordine dei giornalisti ha richiamato i propri iscritti a un rigoroso rispetto della deontologia professionale.

La spettacolarizzazione dell’informazione – Barbara D’Urso docet – non aiuta le indagini e nuoce pesantemente alla qualità del servizio offerto. Le cronache dell’orrore più recenti riportano che Loris quando è stato ucciso aveva i polsi legati, probabilmente dalle stesse fascette usate per ucciderlo.



mulino

Il mulino

Casa Stival si trova al terzo piano di una palazzina quasi all’uscita di Santa Croce. Sul posto una pattuglia dei carabinieri e qualche curioso. Pare che ieri mattina la donna si sia sfogata, urlando ai giornalisti che stazionavano fuori di essere innocente.

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Sicilia Davide Stival fuga ogni dubbio relativamente al possibile coinvolgimento della moglie, Veronica Panarello, sulla scomparsa del figlio. “Veronica è una mamma speciale – ha affermato l’uomo – e non permetterò più che si butti fango su mia moglie e sulla mia famiglia”.

“Trovate chi lo ha ucciso – dice il padre – trovate chi ha ucciso il nostro bambino”.

Sono tante le domande che, anche in città, ci si pone sulla figura di Veronica Panarello. Perché tante versioni contrastanti? Perché l’auto della donna è stata inquadrata da una telecamera in direzione di contrada Vecchio Mulino? Perché il possesso di quelle fascette?

Le risposte potrebbero arrivare da un momento all’altro. Santa Croce è stanca di aspettare.