RAGUSA – Nelle prime ore della mattinata di oggi 13 novembre, su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, il personale della squadra mobile di Ragusa, con la collaborazione di personale dei commissariati di Vittoria e Comiso, ha dato esecuzione all’ordine di esecuzione di misura cautelare emesso nei confronti di 7 soggetti: F.M, di 38 anni; G.G, di 37 anni; C.G, di 49 anni; B.F., di 39 anni; C.D. di 40 anni; P.D, di 32 anni; G.G, di 24 anni.
Con l’ordinanza eseguita è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro indagati e la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre indagati. Uno di questi ultimi già detenuto per altri reati.
I provvedimenti cautelari sono stati adottati all’esito di una complessa ed articolata attività di indagine coordinata dalla DDA di Catania e condotta dagli investigatori della squadra mobile di Ragusa che ha permesso di acquisire elementi relativi alle persone nei cui confronti è stato emesso il provvedimento cautelare e di svelare il modus operandi di un pericoloso gruppo criminale dedito alla commissione di estorsioni in concorso, aggravate dal metodo mafioso, operante nella provincia di Ragusa.
Nello specifico i fatti delittuosi oggetto dell’attività di indagine condotta dalla squadra mobile di Ragusa e che ha portato all’emanazione dei provvedimenti cautelari in argomento sono riconducibili al periodo temporale compreso tra il mese di febbraio e il mese di agosto 2023, quando gli indagati si sarebbero resi responsabili di una serie di estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori operanti nel settore edilizio, nei territori di Vittoria e Comiso.
In particolare, nel caso di due imprenditori edili di Comiso, la richiesta estorsiva è stata preceduta da inequivocabili atti intimidatori che sarebbero stati posti in essere dagli indagati collocando nei pressi delle abitazioni e delle aziende delle persone offese due bombole di gas con un finto innesco (una miccia) e con su riportato il nome della vittima. Si tratta di modalità evidentemente idonee a costringere le vittime al pagamento del cosiddetto pizzo, con la minaccia di pregiudizi alla loro incolumità personale e alla integrità dei loro beni aziendali.
L’attività di indagine ha permesso di far emergere il ruolo predominante che sarebbe stato assunto da due degli odierni arrestati nella organizzazione e gestione delle estorsioni, la cui esecuzione ai danni delle vittime designate sarebbe stata demandata ai restanti indagati membri del gruppo criminale, nonché l’evidenza del “metodo mafioso” che deriverebbe dalle modalità della condotta e dalla contiguità con esponenti del clan mafioso denominato “stidda”.
Il blitz scattato all’alba ha visto l’impiego di oltre 60 unità della Polizia di Stato tra cui il personale del Reparto Prevenzione Crimine di Catania ed unità cinofile di Catania, nonché il supporto di un elicottero del reparto volo della Polizia di Stato di Palermo.
Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati nel carcere di Ragusa, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.
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