Operazione “Plastic free”, il collaboratore di giustizia con più di 60 omicidi alle spalle che torna a comandare: chi è Claudio Carbonaro

Operazione “Plastic free”, il collaboratore di giustizia con più di 60 omicidi alle spalle che torna a comandare: chi è Claudio Carbonaro

RAGUSA – Nell’ambito dell’odierna operazione della Polizia di Stato denominata “Plastic free”, risulta essere di rilievo la posizione di Claudio Carbonaro, organizzatore e promotore dell’associazione di stampo mafioso “Stidda”.

L’uomo, dopo aver completato il percorso come collaboratore di giustizia, ha fatto ritorno dal 2013 a Vittoria, dove negli anni ’80-’90 si era reso responsabile di atroci crimini (tra gli altri più di 60 omicidi), assumendo un ruolo fondamentale per l’associazione mafiosa e ponendosi a capo dello storico clan Carbonaro-Dominante. In questa occasione Carbonaro ha promosso, organizzato e diretto l’associazione, d’intesa con Giovanni Donzelli (concorrente esterno) e con l’ausilio di Salvatore D’Agosta detto “turi mutanna”, reclutando e coordinando l’attività di raccolta della plastica svolta dai Minardi; quest’ultimi, detti i “barbani”, avvalendosi della capacità di intimidazione promanante dall’appartenenza al sodalizio e dalla conseguente condizione di assoggettamento e omertà, si assicuravano in via esclusiva la raccolta del prodotto, per poi conferirlo, in esecuzioni dei precedenti accordi, esclusivamente nelle imprese della famiglia Donzelli.

L’intervento di Carbonaro nel 2015 ha inoltre permesso di raggiungere un accordo criminale con la famiglia gelese dei Trubia (anche loro colpiti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria nissena nel 2016 per i medesimi fatti) per la spartizione dei terreni, difatti i Minardi hanno ottenuto l’esclusiva per la provincia di Ragusa.

Tra gli episodi accertati, nel 2015 Salvatore D’Agosta e Gaetano Tonghi hanno appiccato il fuoco a un autocarro di proprietà di una ditta di raccolta plastica al fine di intimidirli e non farli operare sul territorio vittoriese. Nel 2017 Antonino Minardi e Giuseppe Ingala hanno danneggiato l’autovettura di uno dei responsabili di un’azienda agricola, reo, a loro dire, di aver fatto prelevare la plastica dismessa a un’altra impresa di raccolta plastica. In quella occasione, sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Ragusa due soggetti per detenzione di armi rubate, immediatamente dopo aver commesso il grave atto intimidatorio. Oggi è stato possibile ricostruire la dinamica del grave atto intimidatorio per ottenere l’egemonia nel settore della redditizia raccolta della plastica.

Tra le aggravanti contestate vi è anche la disponibilità di armi da parte degli indagati, infatti le attività di intercettazione hanno permesso di appurare che alcuni sodali, tra cui Carbonaro, D’Agosta, Antonino Minardi e Donzelli, disponevano di armi di diverso tipo. Da ultimo Minardi è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Ragusa per la detenzione di una pistola rubata nel mese di settembre 2019, segno di un’attuale forza del gruppo criminale.