RAGUSA – Operazione “Efesto”. Emerse gravi irregolarità nella commercializzazione da parte di un’azienda di pellet nel Ragusano, un combustibile naturale prodotto da materiali di lavorazione del legno. Sequestrate oltre 56 tonnellate di materiale.
Controlli in un’azienda di pellet nel ragusano: le irregolarità
L’attività rientra nel più ampio contesto dei servizi d’istituto volti al “Controllo Economico del Territorio” e, in particolare, al contrasto delle frodi commerciali. L’operazione in questione è stata condotta dai militari del comando provinciale di Catania. Gli agenti, nel corso delle verifiche, hanno accertato l’uso indebito della certificazione “Enplus®”, marchio internazionale registrato che garantisce elevati standard qualitativi nella filiera del pellet.
La contraffazione del marchio
Nel dettaglio, le attività investigative condotte dai finanzieri della compagnia di Riposto, hanno permesso di bloccare e sequestrare un’intera filiera di produzione di “pellet” di scarsa qualità. Il prodotto è risultato confezionato in sacchi da 15 kg sui quali era stampato il logo di certificazione del potere calorifico “A1” contraffatto, in quanto identico per forma circolare, carattere (font), elementi grafici (puntinatura, bordo, ecc) e proporzioni degli elementi e loro posizione, incluso il richiamo alla normativa ISO, all’elemento grafico del logo “Enplus®“.
A seguito dell’apposita perizia, tempestivamente richiesta, la licenziataria per l’Italia del citato marchio ha evidenziato l’illecito utilizzo, mentre le analisi sui campioni di “pellet” sequestrato hanno poi confermato le ipotesi investigative, certificando la scarsa qualità del materiale, non idoneo sia per rientrare nella categoria “A1” (quella di maggior pregio) che in quelle inferiori denominate “A2” e “B”.
Il maxi-sequestro
Nel complesso, l’attività svolta dai militari ha permesso di effettuare un maxi-sequestro di oltre 56 tonnellate di pellet e 208mila sacchetti di packaging che, se utilizzati, avrebbero potenzialmente permesso l’ulteriore immissione sul mercato di 3mila tonnellate di prodotto per un controvalore di oltre 950mila euro. Appurata inoltre l’avvenuta vendita al dettaglio di più di mille tonnellate di prodotto, per un valore complessivo pari ad 355mila euro.
Pertanto, si è proceduto al sequestro del materiale combustibile e alla contestuale denuncia alla locale autorità giudiziaria del legale rappresentante dell’azienda per frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
In base agli elementi raccolti, acquisiti in fase d’indagine, la società produttrice è stata anche segnalata per responsabilità amministrativa degli enti, prevista dal D.Lgs. 231/2001, accompagnata dalla richiesta di “sequestro preventivo per equivalente” per oltre 350mila euro.
Note
Attualmente il procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari. Quindi secondo il principio costituzionale di presunzione di innocenza, la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo nel caso in cui intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
L’operazione della Guardia di Finanza conferma l’impegno quotidiano nel contrasto della diffusione di prodotti contraffatti e non conformi agli standard di sicurezza, al fine di contribuire a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo dove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza.
Di seguito il video dell’operazione “Efesto”