SANTA CROCE CAMERINA – Sembra non esserci pace per il piccolo Loris, trovato morto il 29 novembre 2014, e per il cui omicidio è in carcere la madre Veronica Panarello.
Oggi un mitomane, un uomo di 55 anni identificato e denunciato alla polizia, ha cercato di incontrare il padre del piccolo Loris Stival per rivelargli la vera identità dell’assassino di suo figlio: l’ex vescovo di Agrigento mons. Ferraro. Del prelato il mitomane aveva una foto con tutte le generalità e gli incarichi ricoperti.
L’uomo residente a Pachino, nel Siracusano, come detto è stato denunciato. Dovrà rispondere di calunnia, interruzione di pubblico servizio, falso materiale, sostituzione di persona ed usurpazione di titoli.
L’uomo aveva escogitato un modo tortuoso e inverosimile per contattare il padre del piccolo: ha lasciato una lettera sul balcone di un vicino di casa della famiglia di Loris, a Santa Croce Camerina, per farla recapitare al padre del piccolo. Il contenuto della lettera era a dir poco inquietante ma non conteneva alcun elemento utile al caso, le cui indagini tra l’altro sono ancora in corso.
Le indagini condotte dalla polizia hanno portato alla identificazione del 55enne, che aveva millantato nella lettera di essere un appartenente alle forze dell’ordine e di volere incontrare, nella villa comunale di Vittoria, il padre di Loris fissando il giorno e l’orario, per riferire chi fosse il vero assassino. All’appuntamento si sono presentati invece gli agenti della Squadra mobile di Ragusa in borghese, mentre il padre del bimbo è stato tenuto all’oscuro di tutto, dato che Davide Stival si trova già in una situazione emotivamente difficilissima. I poliziotti individuato il mitomane l’hanno posto in stato di fermo. L’uomo è stato trovato in possesso di uno zaino, contenente una maschera, una felpa con cappuccio, guanti, tuta.
Gli elementi raccolti dagli inquirenti hanno mostrato come l’uomo fosse completamente discostato dalla realtà. Se in un primo momento ha tentato di sminuire l’accaduto in seguito ha ribadito con sempre maggiore agitazione che il responsabile dell’omicidio era l’ex vescovo di Agrigento Ferraro che peraltro è originario di Santa Croce Camerina. Il 55 enne ha poi ammesso ogni responsabilità, riferendo di aver compiuto i fatti solo per poter parlare con il padre del bambino.
Il piano del mitomane era di indossare felpa, cappuccio, guanti e maschera incontrare il padre di Loris, consegnare la foto del vescovo e andare via. L’uomo al temine degli accertamenti è stato rimesso in libertà visto che i reati commessi non comportano l’arresto. Il materiale trovato nello zaino dell’indagato è stato sottoposto a sequestro fino a quando non verrà ordinata la distruzione, in quanto corpo del reato.