MODICA – La vicenda è destinata a far discutere a lungo. Sacro e politica si mescolano in questa storia di Chiesa, che si sta consumando nello scenario barocco della provincia iblea.
Don Michele Fidone era il parroco della chiesa del Carmine di Modica. Era, fino al trasferimento a quella dell’Annunziata di Ispica, disposto dal vescovo monsignor Antonio Staglianò.
Apriti cielo. La decisone ha scatenato una “sommossa” virtuale da parte dei fedeli modicani, che hanno inviato per email una petizione al vescovo con oltre 500 firme raccolte per indurlo a desistere. In queste ultime ore pare che anche la politica si sia interessata alla diatriba.
A mettere una parola di pace è stato lo stesso parroco che, da buon cristiano, ha esortato i suoi fedeli ad accettare la volontà… divina, scrivendo di suo pugno un’accorata lettera ai suoi fedelissimi.
Nella missiva, della quale riportiamo alcuni stralci, Don Michele chiede “in ginocchio di fermare la vostra protesta e la vostra raccolta di firme, a seguito del mio trasferimento a Ispica. Sento nella vostra protesta tanto affetto, tanta stima e il dolore per una separazione dopo dieci anni di condivisione, di progetti pastorali, di dolori e di gioie che hanno attraversato la vita della nostra parrocchia e quella di ciascuno di noi.”
Do Michele Fidone sarà sostituito da padre Corrado Lorefice e da padre Rosario Rabbito “Si prenderanno cura di voi con tutta la paternità che riconosciamo loro e io cercherò di fare del mio meglio, per non far dimenticare ciò che di buono e di bello ha realizzato padre Giuseppe Stella. Vi chiedo di non portare rancore nei confronti della scelta del nostro vescovo, il quale è chiamato a vivere tutta la fatica, tutto il peso, oltreché tutta la bellezza del discernimento nella nostra diocesi. ”
E ancora “Chiedo, piuttosto, per il nostro vescovo la vostra preghiera e il vostro sostegno. Ogni trasferimento ha i suoi dolori; ogni addio, piccolo e grande, ha bisogno di tempo”
Infine l’atto d’amore per i suoi fedeli, per la città di Modica e la richiesta di porre fine alla rivolta “Il regalo più grande nel congedarci sarà la cessazione di ogni protesta e la trasformazione del risentimento in gratitudine a Dio e alla Chiesa. Porterei con me, come ferita indelebile, l’idea di aver generato indirettamente conflitti e non momenti di vera comunione ecclesiale. Amo Modica e la parrocchia che lascio, più dei miei occhi, e questo amore oggi sono chiamato a diffonderlo nelle mie nuove parrocchie ispicesi.”
Ce la farà don Michele a fare desistere i suoi affezionati parrocchiani?
Mistero della fede.