POZZALLO – Da ieri una nave della ong spagnola Open Arms è al centro di un delicato caso internazionale che coinvolge Italia, Libia e Malta. Ieri sera, dopo aver soccorso un gruppo di migranti al largo della Libia, la nave è stata minacciata e ostacolata dalla guardia costiera locale e per un giorno interno non ha ricevuto il permesso per attraccare in alcun porto del Mediterraneo.
Dopo 24 ore di impasse nel Mediterraneo si è sbloccata la situazione per la nave della ong spagnola ProActiva Open Arms: a quanto si apprende, l’imbarcazione si sta dirigendo verso il porto di Pozzallo (in provincia di Ragusa) con il suo carico di oltre 200 migranti a bordo.
Dopo i salvataggi di ieri c’era stato uno scontro tra la ong spagnola e la Guardia costiera libica che reclamava i migranti soccorsi: la nave spagnola aveva però opposto un rifiuto, anche se non aveva avuto- fino a poco prima- l’autorizzazione a dirigersi verso un porto europeo. La guardia costiera del Paese nordafricano– addestrata dall’Italia che ha anche donato alcune motovedette– ha infatti intimato alla ong di consegnare a lei i migranti salvati. L’ordine è stato seguito dalla minaccia di aprire il fuoco e uomini delle forze libiche sono anche saliti a bordo delle lance di Proactiva per indurli a desistere dall’intervento di salvataggio.
Dalla nave spagnola era partito anche un allarme: “A bordo ci sono molte donne e bambini in condizioni critiche. Tutti al limite“. Ed in tarda mattinata una bimba di tre mesi in condizioni gravi (disidratata e con un’infezione di scabbia) era stata evacuata su una motovedetta maltese insieme alla madre.
Fonte foto: Ansa