Le mani di Cosa Nostra sul packaging di Vittoria: 16 indagati per associazione mafiosa

Le mani di Cosa Nostra sul packaging di Vittoria: 16 indagati per associazione mafiosa

VITTORIA – Imponevano la propria attività di packaging a Vittoria, utilizzando metodi intimidatori per creare una sorta di monopolio di mercato, sfruttando la violenza per la riscossione dei crediti, attraverso una rete di conoscenze compiacenti e fornitori che si occupavano perfino di fornire carburante proveniente dall’estero.

Al termine di un’indagine durata tre anni i militari del comando provinciale dei Carabinieri di Ragusa e del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, emessa dall’ufficio del Gip, per 16 persone tutte residenti tra la provincia di Ragusa, Siracusa e Catania.

Torna in carcere Emanuele “Elio” Greco questa volta accompagnato dai figli Alberto e Nuccio. La famiglia Greco, esponente di Cosa Nostra nel Vittoriese, è ricordata anche per la presenza di Rosario scarcerato da colpevole in primo e secondo grado per l’uccisione dei cuginetti di Vittoria Alessio e Simone D’Antonio.

Operazione “Fenice”, in carcere tre esponenti della famiglia Greco

Non era bastato un sequestro patrimoniale da 35 milioni di euro e dell’azienda di famiglia “Vittoria Pack srl”, per fermare Emanuele “Elio” Greco, capo di Cosa Nostra nel Vittoriese. Insieme ai figli Alberto e Nuccio, aveva continuato di fatto a gestire l’azienda di famiglia e mantenuto i rapporti economici con le aziende del territorio, bypassando ogni misura compresa quella patrimoniale.

Anche in carcere Emanuele Greco era riuscito a dare impulso all’organizzazione economica-criminale, attraverso l’attività del referente pro tempore del pregiudicato Gaetano Valenti. Nel 2021, mentre Greco era in carcere, la sua abitazione era diventata anche “base logistica” in cui avvenivano incontro riservati tra esponenti di vertice dei gruppi riconducibili a Cosa nostra e ricevuti gli imprenditori “in affari” con i Greco.

A Vittoria era nato così un gruppo criminale che, al termine del monitoraggio tecnico e le attività condotte dalle Forze dell’ordine, è stato considerato indiziabile del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia e violenza, tentato omicidio, estorsione e tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e porto in luogo pubblico, detenzione, trasporto e cessione di stupefacenti, falsità ideologica commessa da privati, tutti reati aggravati dalla finalità mafiosa.

Avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva” il gruppo “avrebbe perpetrato una serie indeterminata di delitti contro la vita, l’incolumità individuale, al libertà personale, il patrimonio” hanno spiegato in una conferenza congiunta i carabinieri di Ragusa e la Guardia di Finanza di Catania.

Il ruolo dei figli Alberto e Nuccio

Grazie alla collaborazione dei due figli, hanno spiegato in conferenza stampa i carabinieri del comando provinciale di Ragusa, Elio Greco ha gestito le operazioni quotidiane della “Vittoria Pack srl”, utilizzando anche metodo intimidatori e violenti per costruire una sorta di monopolio sul territorio di Vittoria e tutta la costa ragusana.

Al termine delle indagini per i tre esponenti della famiglia greco è stata formulata per la prima volta un’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, accusa che in passato era stata rivolta solo nei confronti del capo famiglia Emanuele “Elio” Greco.

Tutti gli arrestati dell’operazione fenice

Nelle prime ore della mattina del 12 giugno hanno sottoposto a misura cautelare in carcere: Giuseppe Amore, Francesco e Orazia Mattia Bella, Gianluca Di Natale, Mauro e Roberto Gesso, Raffaele Giudice, Alberto, Emanuele e Nuccio Greco, Eugenio Gulizzi, Giuseppe Licata, Maurizio Pedagaci, Roberto Salerno, Gaetano Valenti e Filadelfo Zerbano.

Pedagaci è considerato il “braccio operativo” dell’organizzazione che faceva capo ai Greco, uomo di fiducia che ha avuto un ruolo centrale nel recupero dei crediti, l’intimidazione, la gestione delle imprese in affari con la Vittoria Pack. In particolare di attività estorsive e intimidatorie finalizzare ad eliminare la concorrenza e consolidare il monopolio del sodalizio.