RAGUSA – Si è avvalsa della facoltà di non rispondere e quindi ha mantenuto il silenzio stamattina davanti il procuratore capo Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota. È stato il suo primo interrogatorio da indagata.
Veronica Panarello ha trascorso la notte in una camera di sicurezza della Questura, dopo la firma del provvedimento di fermo per omicidio aggravato e occultamento di cadavere.
Una notte insonne per la donna, mamma del piccolo Loris, piantonata costantemente da un’ispettrice della Polizia di Stato.
Stamattina, in questura, un nuovo interrogatorio. La donna è assistita dal suo legale Francesco Villardita che ha dichiarato: “È stata indagata mediaticamente 10 giorni prima dell’atto formale, mi auguro che ora non la condannerete mediaticamente prima di una sentenza definitiva e di un regolare processo”.
Soltanto ieri pomeriggio, Veronica Panarello era stata ascoltata in Procura come persona informata sui fatti ma la sua posizione, nel corso di quelle 6 lunghe ore a colloquio con i magistrati, è mutata radicalmente fino alla firma del provvedimento di fermo nei suoi confronti.
Antonella Stival, zia del piccolo Loris ha commentato: “Non ci credo che Veronica abbia ucciso Loris, proprio non ci credo. Non è stata lei. Il mio pensiero e il mio cuore sono con lei”. La donna, poi, puntualizza che “per il momento è soltanto in stato di fermo e quindi aspettiamo gli sviluppi dell’inchiesta. È sempre stata una mamma splendida e speciale” e lancia un appello alla comunità: “Non so chi ha ucciso Loris, ma chi sa parli”.
Poi si abbandona a commenti più duri: “Chiunque sia stato deve morire: non ci sono parole, Loris era il principino di casa”.
E ancora: “Se è stata lei non ci sono parole – aggiunge – non dormo notte e giorno. Io difendo mio fratello Davide e la mamma”.
Adesso la parola passa al Gip che entro 48 ore dal provvedimento dovrà decidere se convalidare il fermo ed emettere un provvedimento di custodia cautelare per la donna che, intanto, respinge tutte le accuse.
“La famiglia che protegge i bambini, adesso non diventi per tutti l’orco”. Queste le parole di una mamma che accompagna il figlio alla Falcone-Borsellino, la scuola di Santa Croce Camerina che non vedrà mai più il piccolo Loris.
“Non so come fare a spiegare a mio figlio – commenta un’altra donna – che non deve parlare con gli sconosciuti, ma che poi qualcosa di terribile può invece accadere in famiglia”. Tesi appoggiata anche da un’altra mamma che commenta: “È difficile dire al proprio figlio che la famiglia è il luogo più protetto quando accadono queste cose”.
In attesa di conoscere maggiori dettagli sulla vicenda le mamme rivelano: “L’orco non c’è, e noi, è inutile nasconderlo, siamo più tranquille…”.