Fa “sparire” 2,3 milioni di euro: arrestato il rappresentante legale del Mediterraneo Palace Hotel

Fa “sparire” 2,3 milioni di euro: arrestato il rappresentante legale del Mediterraneo Palace Hotel

RAGUSA – Il 14 marzo militari del comando provinciale di Ragusa hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip presso il tribunale di Ragusa, nei confronti di un imprenditore ibleo indagato per il reato di bancarotta fraudolenta.

Il provvedimento, scaturito da complesse indagini durate oltre un anno e condotte dal nucleo di polizia tributaria e dai militari della locale sezione di polizia giudiziaria sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Ragusa, dott. Carmelo Petralia, è stato eseguito a Bagnacavallo nei confronti di G.S., 54 anni, rappresentante legale della società avente in gestione il “Mediterraneo Palace Hotel” di Ragusa.

Le indagini, focalizzate su un arco temporale compreso fra il 2011 e il 2016, sono state condotte anche attraverso il minuzioso esame dei movimenti bancari dell’indagato e di una serie di società collegate operanti sul territorio della provincia di Ravenna, i quali hanno “fatto sparire” utilità e beni societari, per un ammontare complessivo di oltre 2,3 milioni di euro.

Il consistente impoverimento della cassa societaria, finalizzato principalmente a frodare i numerosi creditori della società, sottoposta alla procedura di concordato preventivo, è stato effettuato attraverso una serie di articolati artifici contabili e sistematiche fittizie cessioni di quote, da contestuali ed immotivate svalutazioni di partecipazioni societarie, da continui cambi di sede, da ripetute alternanze dei vertici delle imprese coinvolte, e dalla falsificazione dei libri e delle scritture contabili al fine di ritardare il più possibile gli effetti del fallimento, ormai inevitabile vista la grave situazione di insolvenza in cui versava la società. È stato acclarato, inoltre, che le somme evase sono state utilizzate anche per l’acquisto di due terreni edificabili, situati in provincia di Ravenna e poi fittiziamente ceduti ad un’altra società coinvolta nell’illecito piano criminale, avente sede in Roma ma sempre amministrata dall’indagato G.S., in violazione alle norme sul riciclaggio.

Per questo motivo, il Gip del Tribunale di Ragusa, in accoglimento di apposita richiesta avanzata dal pubblico ministero titolare delle indagini, ha emesso il decreto di sequestro preventivo dei terreni aventi un’estensione complessiva di quasi 8.000 mq (superiore ad un campo di calcio), quali provento del reato di bancarotta fraudolenta ed il cui valore stimato ammonta ad oltre 2 milioni di euro.

Le indagini hanno consentito, inoltre, di denunciare alla Procura della Repubblica, altre cinque persone ritenute responsabili in concorso con l’arrestato dei reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e false comunicazioni sociali, alcuni dei quali già gravati da precedenti specifici e arrestati nel mese di luglio 2016, dalla guardia di finanza di Ravenna, nell’ambito di un filone investigativo diretto dalla Procura della Repubblica, che aveva consentito di sequestrare un noto complesso alberghiero insistente nel ravennate.