Agricoltori e commercianti in protesta a Vittoria: “C’è chi si suicida, noi lottiamo per i nostri diritti”

VITTORIA – “C’è chi sceglie il suicidio, noi scegliamo di lottare anche per i tuoi diritti”. È uno dei tanti striscioni che campeggiano davanti al mercato ortofrutticolo di Vittoria, in provincia di Ragusa, uno dei più grandi del meridione per volume d’affari, dove sono riuniti migliaia di produttori agricoli, commercianti e studenti per la giornata di mobilitazione interregionale a favore dell’agricoltura.

Una giornata di lotta che si svolge a Vittoria, capitale dell’ortofrutta siciliana, ma che tocca altri centri in Puglia e in Basilicata, in contemporanea col Consiglio d’Europa dei ministri dell’Agricoltura.

Durante questi lavori il ministro italiano Maurizio Martina chiederà l’attivazione delle clausole di salvaguardia previste nel trattato Euromediterraneo.

Ma anche Pachino è in protesta e l‘AnciSicilia ha scelto di aderire alla manifestazione contro la crisi dell’agricoltura che si sta svolgendo in queste ore a Pachino e che, oltre a interessare l’intero comparto, coinvolge, in particolare, alcuni tra i più importanti comuni a vocazione agricola tra cui Francofonte, Vittoria, Gela e Palma di Montechiaro.

“La crisi del settore agricolo e’ tragica e ci aspettiamo che l’Unione europea e il governo regionale facciano la loro parte per soccorrere le nostre imprese e impedire che vengano messi a rischio migliaia di posti di lavoro”, dicono Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’AnciSicilia che aggiungono: “Riteniamo che si debba correre ai ripari pianificando nuove strategie per la valorizzazione del made in Sicily. Ci auguriamo che imprenditori e comuni insieme, potranno diventare protagonisti di un’offerta in grado di proporre ai mercati internazionali la qualita’ della nostra produzione agricola”.

“L’AnciSicilia – conclude Paolo Amenta, vice presidente dell’Associazione con delega alle Politiche sociali e di sviluppo – sostiene la protesta sottolineando che per superare la crisi bisogna lavorare su due fronti: da un lato e’ necessario predisporre un piano di salvataggio per le nostre aziende in crisi, dall’altro bisogna partire dai fondi comunitari per sostenere il comparto anche avviando il passaggio dal semplice settore agricolo a un sistema più complesso dell’agroalimentare. Inoltre, proprio per evitare la desertificazione del nostro panorama agricolo, e’ necessario ridimensionare gli accordi di libero scambio. Ciò non vuol dire che vogliamo limitare gli scambi commerciali con altri Paesi, ma significa piuttosto sottoscrivere questi accordi evitando la morte delle nostre imprese e del nostro territorio”.

Redazione

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