RAGUSA – Eni ha annunciato un investimento di due miliardi di euro per indirizzare la divisione chimica Versalis verso una produzione più sostenibile, abbandonando gradualmente i prodotti fossili in favore di chimici rinnovabili e a basso impatto ambientale. La decisione è dovuta alla crisi che coinvolge l’industria chimica europea, gravata da costi di produzione alti e dalla spinta sempre più forte della concorrenza asiatica. Il piano di Eni prevede un intervento graduale, che durerà circa cinque anni, per ridurre e infine cessare la produzione di chimici di base negli impianti Versalis di Brindisi, Priolo e Ragusa.
Le reazioni all’addio di Versalis alla Sicilia
La notizia ha prevedibilmente provocato reazioni nei territori coinvolti. A Ragusa ha portato all’adozione di un atto di indirizzo da parte del Comune di Ragusa che verrà discusso in giunta, insieme al “no alla dismissione” della Cgil di Ragusa comunicato dal segretario Peppe Scifo. Il segretario provinciale della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi, dal canto suo, ha evidenziato il rischio di un “effetto domino” che condannerebbe il petrolchimico di Priolo e i suoi 10 mila lavoratori.
Preoccupazioni per economia e occupazione a Ragusa
Nelle ultime 24 ore la decisione di Eni ha sollevato la preoccupazione delle istituzioni locali e i sindacati. Il sindaco di Ragusa, insieme alla Giunta e ai consiglieri comunali di maggioranza, ha condiviso una nota in cui sottolinea come la chiusura degli impianti di chimica di base potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro, soprattutto nell’indotto. Ragusa chiede a Eni un piano di riconversione industriale per preservare l’occupazione e favorire nuove opportunità di sviluppo, anche in linea con il progetto di rinascita del Sud e della Sicilia che fu di Enrico Mattei. “Il Sud Est della Sicilia si offre già come modello industriale a marcata transizione ecologica se, come è sotto gli occhi di tutti, gli impianti di Gela producono oggi biocarburanti, se Enimed estrae 30.000 metri cubi di gas al giorno a Ragusa ed Enel acquista giornalmente 24 megawatt di energia elettrica prodotta da un cogeneratore alimentato dal gas prodotto” ha evidenziato l’amministrazione.
Il “no alla dismissione” di Versalis della Cgil di Ragusa
“Più che un piano industriale, questo è un piano di dismissione e disimpegno” ha spiegato il segretario della Cgil di Ragusa Peppe Scifo. Su Ragusa la Cgil ha condiviso preoccupazione e contrarietà verso il nuovo piano industriale presentato da Eni a Roma. “La chiusura di Versalis – ha continuato Schifo – significa per Ragusa una drastica riduzione del perimetro industriale, con gravi ricadute occupazionali ed economiche. Tutti i posti di lavoro del sito sono a rischio“. Il segretario Schifo ha chiamato in gioco anche il governo, nazionali e regionali: “Rimangono immobili e assistono passivamente alla desertificazione produttiva“. Come il Comune di Ragusa, anche la Cgil chiede ad Eni un piano di riconversione industriale. “Diremo no alla dismissione di Eni e chiederemo un vero piano di riconversione industriale, con chiarezza e concretezza, affinché nessun posto di lavoro venga perduto“.
Un “effetto domino” sul petrolchimico di Priolo
I dettagli sulla riconversione di Versalis che coinvolgono la Sicilia
Il piano industriale 2024/27 di Eni, illustrato nei giorni scorsi a Roma, punta alla decarbonizzazione della produzione e alla riduzione di un milione di tonnellate di CO₂ entro il 2029. Eni ha chiarito che la sua strategia consiste nel concentrare le attività chimiche su prodotti innovativi e sostenibili, investendo in chimici rinnovabili, circolari e specializzati. Per concretizzare questa trasformazione, ridurrà progressivamente l’uso di steam cracker, coinvolgerà anche i siti siciliani di Priolo e Ragusa. Eni non ha ancora commentato ufficialmente le informazioni pubblicate da Bloomberg sul piano presentato a Roma, ma i vertici aziendali hanno anticipato che i dettagli del piano di riconversione saranno resi noti nei prossimi giorni.