QATAR – Chi l’avrebbe mai detto che la più importante manifestazione calcistica a livello internazionale si sarebbe svolta nel lontano versante orientale, precisamente in Qatar.
È ormai cosa nota che gli aspetti extra-sportivi sono diventati prioritari facendo venir meno le richieste da parte degli spettatori, principio attivo nel concetto di grande business aziendale quale è diventato il calcio negli ultimi tempi.
LE CRITICHE E LE QUESTIONI SOCIALI CHE “CONDANNANO” IL MONDIALE IN QATAR
I campionati mondiali di Qatar 2022 sono stati accompagnati da dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano accompagnate inevitabilmente da critiche social che hanno fatto il giro del globo terrestre in pochissime settimane.
Ma perché sta succedendo tutto ciò?
La scelta del Qatar come Paese ospitante aveva fatto discutere fin dall’assegnazione, avvenuta 12 anni fa, e sulla quale ancora oggi aleggia silente l’ombra della corruzione. Ospitare un evento come quello del Mondiale dello sport più seguito al mondo è un’enorme opportunità, tanto per la FIFA (che punta ad espandere i propri mercati) quanto per la nazione ospitante, che si prepara così ad accogliere migliaia di tifosi con le tasche zeppe di euro da spendere insieme alle celebrità.
Il gran numero di vittime durante la costruzione degli stadi (secondo il The Guardian si stimanoo in 6.500), dibattiti su questioni ambientali (stadi climatizzati nel mezzo del deserto), il modo in cui l’emirato affronta il tema dei diritti delle minoranze (LGBTQ+ su tutte), la guerra in Ucraina e il venir meno dei diritti delle donne in uno stato partecipante come l’Iran sta portando molti sostenitori e attivisti a prendere le distanze dalla manifestazione che, come sempre, non avrà bisogno di lesinare visibilità.
IL “BOYCOTT MODEL” DANESE
La Danimarca ha scelto di boicottare i mondiali pur partecipandovi, attraverso due iniziative:
LE “SPIE” RECLUTATE DALLO STATO QATARIOTA
Stanno balzando fuori notizie significative di come il Qatar stia pagando tifosi di diverse nazionali per partecipare in cambio di fare post positivi sui social o per ricoprire il ruolo di controllori su eventuali comportamenti scorretti tenuti sugli spalti.
Queste persone, intorno ai 400, si sono impegnate a rispettare un codice di condotta rimanendo nel Paese per almeno 15 giorni. In cambio riceveranno voli gratuiti, alloggio, biglietti gratuiti per assistere agli incontri, 60 sterline al giorno e una carta Visa per coprire le spese di cibo e bevande.
I GIRONI
Sono 8 i gironi complessivi che vedranno la partecipazione di 32 nazioni diverse con l’Italia costretta per la seconda volta di fila a fare da spettatrice “pagante” nonostante la vittoria dei campionati Europei.
Gruppo A
• Qatar
• Ecuador
• Senegal
• Olanda
Gruppo B
• Inghilterra
• Iran
• Stati Uniti
• Galles
Gruppo C
• Argentina
• Messico
• Polonia
• Arabia Saudita
Gruppo D
• Danimarca
• Francia
• Tunisia
• Australia
Gruppo E
• Germania
• Spagna
• Giappone
• Costa Rica
Gruppo F
• Belgio
• Croazia
• Canada
• Marocco
Gruppo G
• Brasile
• Serbia
• Svizzera
• Camerun
Gruppo H
• Portogallo
• Uruguay
• Ghana
• Corea del Sud
MONDIALE: DOVE VEDERLO, GIOCATORI ILLUSTRI E CONVOCAZIONI DISCUTIBILI
Tornando alle vicende intra campo, l’inizio della Coppa del Mondo avrà luogo domenica 20 novembre con il match di apertura tra lo stesso Qatar e l’Ecuador alle 17 (orario italiano) all’Al Bayt Stadium di Al-Khor.
Tutti i match saranno visibili in chiaro nei canali di Rai 1, Rai 2 e Rai Sport fino alla conclusione prevista per la finale del 18 dicembre.
Non passerà inosservata l’ultima presenza in una manifestazione del genere per calciatori come Cristiano Ronaldo e, chissà, Leo Messi.
Sarebbe puro romanticismo uno scontro in finale tra Portogallo e Argentina tra due titani che hanno cambiato la storia del mondo del pallone. Una finale tutta europea, americana o ibrida?
Un Mondiale che però sarà orfano di un numero consistente di giocatori infortunati, a ridosso della manifestazione, ma anche di mancate convocazioni che hanno alimentato malcontento tra i diversi sostenitori, increduli di non poter osservare i propri beniamini lottare per la propria nazione.
I presupposti per scacciare via le dibattute vicende sociali ci sono tutti, le rispettive squadre sono ai nastri di partenza per regalare gioie e provare a cucire la stella tanto ambita accanto al logo presente sulla maglia.
Fonte foto Facebook – Ultras World
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