Progetto Polis: avvocati contro PosteItaliane

Progetto Polis: avvocati contro PosteItaliane

ITALIA – Da giovedì 6 aprile è attivo in cinque uffici postali italiani la prima fase del “Progetto Polis-Casa dei Servizi Digitali”, il progetto del Ministero della Giustizia e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con Poste Italiane che punta a rendere più accessibili ai cittadini i servizi della Giustizia e della Amministrazione giudiziaria.

L’idea è quella di dare agli abitanti di comuni con meno di 15.000 abitanti la possibilità di rivolgersi alle sedi di PosteItaliane sia per i tradizionali servizi postali e finanziari, sia per fruire dei servizi di Volontaria Giurisdizione quali il ricorso per l’istituzione dell’Amministratore di Sostegno e di Rendiconto dello Stato Patrimoniale dell’Amministrato.

Polis, incluso nel Piano Nazionale per gli investimenti complementari dell’Italia, che integrano il PNRR, ha l’obiettivo di favorire la digitalizzazione e fornire supporto alle aree periferiche del Paese. Inoltre, è la prima iniziativa presentata da un’azienda italiana ad aver ottenuto l’autorizzazione dalla Commissione Europea, che lo finanzierà per 800 milioni su un valore complessi di quasi 1 miliardo e 200 milioni di euro.

I servizi da oggi disponibili negli uffici postali degli 8 comuni coinvolti nella “fase pilota” riguardano la “volontaria giurisdizione”: come, ad esempio, l’integrazione della capacità di persone incapaci (ad esempio l’autorizzazione alla vendita di un immobile intestato o cointestato ad un minore), la nomina di amministratori di sostegno per tutti coloro che, per età o condizioni fisiche, non sono in grado da soli di tutelare i propri interessi o l’omologazione di atti societari per le attività commerciali.

L’idea alla base del progetto è quello di portare il servizio giustizia il più possibile vicino ai cittadini e alle loro esigenze, secondo il Ministro Carlo Nordio. Una svolta soprattutto per gli abitanti di comuni lontani dai tribunali che dunque non saranno più costretti a lunghi spostamenti per raggiungere gli uffici competenti. Per ora sono otto i comuni coinvolti: Chiusa (Bolzano), Candelo (Biella), Alberobello (Bari), Tolmezzo (Udine), Candiana (Padova), San Felice al Circeo (Latina), Collecchio (Parma) e Aragona (Agrigento), entro fine aprile si conteranno 200 uffici che saliranno a 1.500 entro l’anno.

Ha, tuttavia, suscitato profonde critiche dai tecnici e professionisti del diritto che in questi giorni si interrogano sui pericoli che questo progetto apporta all’efficienza giudiziale.

L’amministratore di sostegno? Si compra alle Poste come una raccomandata“. Esordiscono così gli avvocati del Foro di Roma nella protesta contro il Progetto Polis. L’avvocatura romana teme che questo nuovo sportello giudiziale firmato PosteItaliane, che consente al cittadino di presentare ricorsi presso gli sportelli postali anziché in Tribunale, possa sacrificare i diritti dei cittadini con un conseguente svilimento del lavoro degli avvocati.

Il presidente dell’Ordine capitolino Paolo Nesta si è visto favorevole a delle azioni di “giustizia di prossimità” volte a semplificare la vita dei cittadini quali poter ottenere certificati e documenti in modo celere. Tuttavia ci sono situazioni, dice Nesta, in cui l’assistenza legale è indispensabile proprio per la delicatezza della materia come, ad esempio, nel caso in cui si stravolge lo status giuridico di un cittadino come con la nomina di un amministratore. L’avvocatura si domanda quale formazione giuridica possa avere un impiegato postale oberato di lavoro a fronte di famiglie in situazioni di fragilità che necessitano assistenza e guida, a cui devono essere spiegate la situazione e le conseguenze.

Sulle stesse posizioni anche il Movimento Forense. In una nota i Presidenti Elisa Demma e Alberto Vigani lamentano il mancato coinvolgimento dell’avvocatura nel progetto Polis da parte di via Arenula. Secondo il movimento, il vero difetto del Progetto è la tutela dei più fragili, lasciati alla discrezionalità dei dipendenti di un ente senza gli strumenti necessari per tutelare i loro diritti fondamentali.

Ma il Movimento forense ha anche presentato una istanza per accedere ai dati inerenti alla convenzione alla base del Progetto Polis ed all’autorizzazione correlata con una lettera inviata al Ministero della Giustizia ed al Garante della privacy, oltreché alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. In tale richiesta si sottolinea il fatto che gli istituti dell’amministrazione di sostegno e della tutela presuppongono in capo al beneficiario un’incapacità (fisica, psichica o comportamentale) di attendere ordinariamente ai propri interessi, ragion per cui nel ricorso e negli atti successivi si dovrà dare atto di dati particolari estremamente delicati.

Secondo il testo dell’istanza, il personale di Poste Italiane Spa senza evidenza di aver ricevuto adeguata formazione ed istruzione, potrebbe venire a conoscenza di dati sensibili quali lo stato di incapacità di persone fisiche, le motivazioni che determinano lo stato di incapacità, corredate da certificati medici, il patrimonio e il reddito del beneficiario; dati che, secondo la normativa vigente, possono essere trattati solo da un avvocato che ha ricevuto regolare mandato. Senza garantire tutele di riservatezza all’interessato, sorge il rischio di abusi in capo a persone bisognose di protezione.

avvocato elena cassella rubrica giustizia