Prelevato da un canadair finisce sulle fiamme: la storia del sub “miracolato”

Prelevato da un canadair finisce sulle fiamme: la storia del sub “miracolato”

TRAPANI – La passione per le immersioni, un’uscita in mare come sempre e il dramma che stava per trasformarsi in tragedia: protagonista e vittima, allo stesso tempo, è Giovanni T., un operaio di 34 anni di Termini Imerese che è stato prelevato da un Canadair e gettato sulle fiamme

Niente paura, Giovanni è vivo. Giovanni è salvo. Giovanni racconta quanto accaduto: “Stavo facendo un’immersione nelle acque del trapanese, al largo delle isole Egadi. Generalmente non mi allontano troppo dalla riva ma quel giorno, senza rendermene conto, mi sono allontanato molto di più. Di solito non uso palloncini o altri segnalatori, e so che questo ha influito negativamente, il pilota del Canadair non avrebbe mai potuto vedermi, inoltre mi ero immerso in acque vietate ai bagnanti e ai sub. Ho ricordi un po’ confusi, ma ho ancora impressa nella mia mente un’immagine. Stavo risalendo a galla quando all’improvviso ho notato dei vortici nell’acqua. Il mare era diventato schiumoso all’improvviso e avvertii una corrente fortissima che mi stava trascinando. Non capii proprio nulla di quello che stesse succedendo – riporta Sky24ore.it -. Ricordo che a un certo punto fu come se fosse arrivata la notte. Ci volle qualche minuto per capire che mi trovavo su un mezzo di trasporto. Me ne resi conto perché riconobbi il rombo del motore e perché andai a sbattere sulla lamiera del velivolo. Ma all’inizio pensai che si trattasse di una nave, o comunque di un mezzo marino . Non potevo di certo immaginarmi di essere finito su un aereo. Lo capii solamente quando rividi la luce. In quel momento il Canadair stava scaricando l’acqua sul fuoco e io, nonostante cercai istintivamente un appiglio, fui sbalzato a terra. Non ricordo null’altro. So soltanto che mi sono salvato grazie alla tuta da sub, impregnata di acqua, e grazie all’ossigeno che mi era rimasto nella bombola”.

Il sub ha riportato qualche ustione e qualche frattura ma, nonostante ciò, si riprenderà e l’importante è poter raccontare quanto successo. Chi lo ha rinvenuto parla di un corpo completamente carbonizzato che non dava alcun segno di vita.

I medici gli hanno dato una prognosi di due mesi, prognosi dovuta alle 5 fratture scomposte che ha riportato (la più grave ad una costola) e alle ustioni di secondo grado che ha sul 60% del corpo. 

Ma nonostante tutto, nonostante la paura, il dramma, il volo, l’incendio: Giovanni è vivo e può ritenersi, davvero, un miracolato. Peccato, però, che nonostante la storia che sta circolando sul web – lanciata da MeteoRealTime – a distanza di ore sembrerebbe che sia tutta una bufala inventata. Sarà vero? Giovanni esiste o è solo “finzione”?