Pioggia di ricorsi dei Forestali contro la Regione Siciliana. Uila: “Condannati a restare precari a vita”

Pioggia di ricorsi dei Forestali contro la Regione Siciliana. Uila: “Condannati a restare precari a vita”

SICILIA – I dirigenti della Uila Sicilia hanno dichiarato di essere sempre in attesa di riforme e certezze per i lavoratori forestali, e non accetteranno mai che migliaia di essi restino precari per tutta la vita. Per questo motivo, sono pronti a presentare un primo gruppo di 1.446 ricorsi con cui chiedono la condanna della Regione Siciliana al pagamento di anzianità e risarcimento danni in favore di lavoratori che chiedono solo il diritto di avere diritti.

L’azione collettiva è stata affidata dall’organizzazione sindacale all’avvocatessa Mariangela Acquisto e verrà presentata dinanzi ai Giudici del Lavoro. Secondo l’avvocato, il personale storico del settore forestale, tra cui anche stagionali con 36 anni di precarietà, sono impiegati per un numero limitato di giornate e rivendicano il riconoscimento dell’indennità professionale di anzianità che finora è stata loro negata. Sono circa 20.000 i lavoratori a tempo determinato cui è stata misconosciuta questa indennità di servizio.

La Regione ha violato la Direttiva Comunitaria e la normativa nazionale che ha stabilito il principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato. Pertanto, l’organizzazione sindacale sosterrà l’illegittimità della mancata corresponsione dell’indennità professionale e chiederà anche il riconoscimento del risarcimento danno per l’illegittimo prolungarsi del rapporto a termine.

Il segretario regionale Uila Nino Marino ha parlato della doverosa assistenza legale gratuita messa a disposizione degli stagionali iscritti alla Forestale. Ha anche lanciato un appello all’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, affinché si tenga il confronto sulla nuova legge di riorganizzazione del settore.

Il segretario generale ha denunciato la condizione di migliaia di operai agricoli in Sicilia per i quali è un miraggio la legalità contrattuale. Secondo Marino, non è solo una questione di minimo salariale, ma anche di garantire standard di sicurezza e qualità del lavoro. Infine, ha esaltato il ruolo degli enti bilaterali formati da esponenti dei sindacati di categoria e associazioni imprenditoriali, invitando le aziende agricole a farsi certificare da questi organismi se vogliono accedere alla Rete di Qualità.