Pasqua, viaggio tra le leggende e i racconti più toccanti

Pasqua, viaggio tra le leggende e i racconti più toccanti

CATANIA – Tutti conosciamo il significato cattolico della Pasqua ma forse non tutti si ricordano le simpatiche leggende che si tramandano nel tempo, racconti di cui forse abbiamo sentito parlare da piccoli ma che ormai abbiamo dimenticato. È il momento giusto per rispolverarle.

La maggior parte delle storie sono legate alla figura di Gesù e basate sulla personificazione della natura in tutte le sue forme, in ogni racconto pura e generosa nei confronti del prossimo, elementi cardine della dottrina cristiana. 

Una di queste è la leggenda del Pettirosso, legata ai momenti prima della morte di Cristo e forse una delle più commoventi. Si racconta che mentre Gesù era sulla Croce, con le spine della corona che stringeva la fronte si conficcavano nelle sue bianche carni facendo uscire grosse gocce di sangue, un uccellino, che volava poco distante, vedendo la sofferenza di Gesù, sentì tanta pietà per lui. Gli si avvicinò e bisbigliando disse qualcosa. Cosa? Forse rimproverò gli uomini di essere stati cattivi, forse, rivolse a Gesù tenere parole di consolazione. Poi tentò di aiutarlo e, col becco tolse alcune di quelle spine che lo torturavano. Le piume dell’uccellino caritatevole si macchiarono di rosso. L’uccellino conservò, come prova di amore, quelle gocce di sangue sul suo cuoricino. Gli uomini vedendolo lo chiamarono pettirosso. Ancora oggi tutti gli uccellini che appartengono alla famiglia dei pettirossi hanno sul petto qualche piumetta sanguigna.

L’altra storia non riguarda un animale, ma una pianta. È la leggenda del Salice. Gesù saliva verso il Calvario, portando sulle spalle piagate la croce pesante. Sangue e sudore scendevano a rigare il volto santo coronato di spine. Vicino a lui camminava la madre. Gli uccellini, al passaggio della triste processione, si rifugiavano, impauriti, tra i rami degli alberi. Ad un tratto Gesù stramazzò al suolo. Due soldatacci, armati di frusta, si precipitarono su di lui, allontanando la madre, che tentava di rialzarlo “Su, muoviti! E tu, donna, stàttene da parte”. Gesù tentò di rialzarsi, ma la croce troppo pesante glielo impedì. Era caduto ai piedi di un salice… Cercò inutilmente di aggrapparsi al tronco. Allora l’albero si impietosì, chinò fino a terra i suoi rami lunghi e sottili perché potesse afferrarli e rialzarsi con minor fatica. Quando Gesù riprese il faticoso cammino, l’albero rimase coi rami ancora pendenti verso terra per la fatica compiuta: perciò fu chiamato “Salice Piangente”.

Poi c’è la leggenda della Passiflora, il fiore della passione. Per capire questa storia dobbiamo andare molto più indietro nel tempo, quando il mondo era appena “sbocciato” e la primavera fece balzare dalle tenebre verso la luce tutte le piante della Terra. Solo una pianta non udì il richiamo della primavera e non arrivò in tempo per la primavera. Così incominciò a implorare il Signore che anche lei potesse fiorire come tutte le altre piante. “Tu pure fiorirai”, rispose il Signore. “Quando?” chiese con ansia la piccola pianta senza nome. “Un giorno“ rispose tristemente. Un giorno il vento portò l’eco di urla sguaiate, di gemiti, di pianti: un uomo avanzava fra la folla, curvo sotto la croce, aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue. “Vorrei piangere anch’io come piangono gli uomini” pensò la piantina. Gesù in quel momento le passava accanto, e una lacrima mista a sangue cadde sulla piantina. Subito sbocciò un fiore bellissimo, che portava nella corolla gli strumenti della passione: una corona, un martello sgargiante e dei chiodi: era la passiflora. 

Vi lasciamo con un’ultima storia, un po’ più allegra, che rispecchia la parte più divertente della festa tanto amata dai bambini: la leggenda delle uova fiorite. C’era una volta un coniglietto che voleva regalare a due bambini suoi amici tante uova di Pasqua. Per fare una sorpresa, cercava un posto dove nascondere le uova. All’alba si avvicinò alla casa dei bambini col suo sacchetto rigonfio. Il prato Iì davanti era tutto coperto di fiori di croco, bianchi, gialli e azzurri, che assomigliavano a tante uova colorate. Il coniglietto nascose le uova tra i fiori e se ne tornò a casa. AI sorgere del sole avvenne un fatto straordinario: i fiori del prato diventarono uova di Pasqua. Una colomba se ne accorse e andò in giro a spargere la notizia. Presto il prato fu pieno di bambini, mentre le uova di cioccolato continuavano a fiorire. Ancora oggi i vecchi del paese raccontano che quella sia stata la Pasqua più dolce di tutte.