PARTINICO – Grande partecipazione alla fiaccolata organizzata in ricordo di un’altra vittima delle risse in discoteca, Francesco Bacchi, ucciso fuori dalla discoteca “Medusa” a Balestrate, la notte tra sabato e domenica scorsi.
Parenti, amici e cittadini del Comune si stringono al dolore della famiglia, mostrando forte indignazione per l’ennesima forma di violenza e aggressione subìta da un ‘altra giovane vittima.
A prendere la parola sul palco sono state le mamme dei ragazzi anche loro uccisi e aggrediti nelle ultime risse scoppiate in zona.
La mamma di Paolo La Rosa, ucciso davanti alla discoteca Millenium il 24 febbraio del 2020, la mamma di Vincenzo Trovato, il 22enne ucciso davanti ad un lido di Balestrate il 12 agosto del 2022.
Infine, la mamma di Francesco Bacchi, Daniela Vicari, che non si è risparmiata in parole di accusa e risentimento nei confronti del fautore dell’omicidio e del suo avvocato, ai quali non rivolgerà alcuna forma di perdono.
“Non accetto una morte del genere. Dico vergogna a chi ha detto che è stato mio figlio ad aggredire, lui era intervenuto solo per tentare di sedare una rissa“. Poi scoppia in pianto, seguita dagli applausi della folla.
Alla fiaccolata hanno preso parte anche i sindaci di Partinico, Terrasini, Trappeto e Balestrate. “Partinico è unita nel dolore, che da colle Cesarò arriva fino alle spiagge di Balestrate, luogo in cui Francesco è stato ucciso. Da questo dolore, dalla consapevolezza che lo show non per forza deve andare avanti, dalla necessità di fermarsi e riflettere sull’autentico valore della vita, nasce la fiaccolata di venerdì 19 gennaio“.
Rabbia e tensione tra gli amici della giovane vittima, i quali non hanno potuto prendere parte alla celebrazione funebre, riservata solo ai parenti più intimi.
“Ciccio è stato ucciso due volte: una volta da quell’essere immondo e la seconda volta dallo Stato che, ancora una volta, ha voluto manifestare la sua forza approfittando della morte di un 19enne per scopi alquanto personali”. Così parlano gli amici.
“Avete privato lui dell’essere salutato per come meritava visto il ragazzo meraviglioso che era e avete distrutto ancora di più la sua famiglia, noi amici e tutte le persone che lo amavano, non permettendoci di vivere il dolore in santa pace ma circondati da carabinieri, polizia, squadra antisommossa, come se Francesco fosse un boss mafioso, un terrorista o un delinquente. Francesco era semplicemente Francesco e non il “figlio di” come è stato presentato da tante testate giornalistiche che non hanno perso occasione per colpire ancora e ancora“. Il riferimento è al padre Benedetto Ninì, agli arresti domiciliari in attesa della sentenza definitiva nel processo su mafia.
Rabbia anche tra i cittadini per la sentenza del tribunale che ha concesso i domiciliari al colpevole.
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