Parte a Catania la raccolta firme contro l’autonomia differenziata

Parte a Catania la raccolta firme contro l’autonomia differenziata

CATANIA – Anche a Catania viene promossa la raccolta di firme organizzata da Cgil e UIL con la quale chiedere al presidente della Regione, Renato Schifani, di ritirare il suo appoggio all’autonomia differenziata, la riforma avviata dal Governo nazionale. L’appuntamento questa mattina dalle 9 alle 12, di fronte la sede Asp di via Santa Maria La Grande 5. Presenti i segretari generali della Cgil, Carmelo De Caudo, e della Uil, Enza Meli.

“La scelta della sede per l’allestimento del banchetto non è casuale – fanno sapere da Cigl e Uil Catania – sono tanti i soggetti politici e sociali, sindacati in testa, a temere soprattutto difficoltà sanitarie per il sud Italia a seguito del decreto Calderoli. Il rischio è che il divario tra le due parti del Paese diventi sempre più profondo, con qualità di servizio sempre più diseguale e il ritorno al passato anche in termini di viaggi sanitari al Settentrione. A Catania, inoltre, le strutture sanitarie pubbliche etnee hanno raggiunto oramai livelli inaccettabili,  come dimostra la scelta dell’ASP di rivolgersi a privati che assicurano il servizio dei medici a gettone per 100 euro all’ora”. 

Perchè no all’autonomia differenziata

La Sicilia non può accettare l’autonomia differenziata. È un progetto che avrà come conseguenza una sanità pubblica più fragile nella quale non tutti potranno accedere alle cure, un sistema dell’istruzione indebolito, meno infrastrutture, meno sviluppo, meno lavoro, si legge nel testo della raccolta firme che sarà sottoposto ai cittadini catanesi. Non potranno essere garantiti diritti fondamentali e il divario con le regioni più forti del Paese si allargherà. Per questo chiediamo al presidente della Regione, Renato Schifani, di ritirare il suo appoggio all’autonomia differenziata e di fare valere le ragioni della Sicilia che pretende misure per lo sviluppo e per il lavoro. È un provvedimento che spaccherà il Paese, a tutto vantaggio delle aree più forti, mentre quelle più deboli saranno abbandonate a sè stesse. Vogliamo anche smascherare le false promesse: il Documento di economia e Finanza del Governo ne certifica infatti gli inganni a danno della Sicilia.

Dovevano essere risarciti i costi dell’insularità stimati in 6 miliardi l’anno, come prevede la Costituzione. Invece non c’è niente, scompaiono anzi i 50 milioni previsti per le isole minori. Facciamo sentire forte la voce della Sicilia che sta dalla parte della Sicilia e dei siciliani.

Si sta vedendo con chiarezza che i “se e i ma” saranno funzionali solo ad allungare i tempi e rischiano di produrre danni incalcolabili per il Mezzogiorno. Il presidente Schifani ci ascolti e assuma subito una posizione netta per evitare questa truffa ai danni della Sicilia”.