PALERMO – Che emozioni ieri sera al Barbera!
Davanti a più di 23.000 spettatori, il Palermo ha dato prova di avere imboccato la strada giusta e, con una prestazione nella quale tecnica, cuore, determinazione, carattere e corsa hanno fatto la differenza a favore dei rosa, ha messo al tappeto il Genoa, la squadra, a detta di tutti, più forte del torneo cadetto.
Non è stata una vittoria facile e sicuramente Corini non ha risolto tutti i problemi che avevano determinato le due sconfitte di fila delle settimane scorse. Ma, alla luce della prestazione offerta ieri sera, dare fiducia a questa squadra è un obbligo.
Eppure la partita era cominciata con un brivido per i tifosi rosanero per quel pallone che Ekuban, sfuggito alla guardia del rientrante Marconi e solo davanti a Pigliacelli, aveva mandato fuori.
Troppe palle perse a centrocampo e troppi varchi si aprivano nei minuti iniziali davanti agli attaccanti avversari. Ma è durato poco e per fortuna senza danni questo breve momento di disagio iniziale, perché poi il Palermo ci ha messo il cuore e ha ribattuto colpo su colpo alle iniziative dei rossoblù liguri.
Il gol, che ha deciso la partita, è arrivato al 4° minuto della ripresa con Brunori, migliore in campo, che, ricevuta la palla da Di Mariano con la complicità di Bani, ha fatto secco Martinez in uscita.
Con un brivido per il pubblico del Barbera era iniziata la partita e con un brivido ancora più forte si è conclusa, perché al 94°, a due minuti dalla fine dei sei minuti di recupero concessi dall’arbitro, il Genoa era riuscito a segnare con Bani, ancora lui, su passaggio di Coda.
Il gol è stato annullato dall’arbitro con la conferma del VAR per fuorigioco di Bani, che sembra aver appena sfiorato il pallone. Sospiro di sollievo per i tifosi rosa e fischio finale che ha sancito la vittoria del Palermo.
Questa vittoria ha tanti padri. Innanzitutto Pigliacelli, troppo frettolosamente giudicato colpevole principale delle due sconfitte contro l’Ascoli e la Reggina, poi Brunori, non solo per il gol della vittoria e per la disponibilità al fraseggio, ma anche per essersi sacrificato in fase difensiva, con quel gol salvato sulla linea al 18° della ripresa.
L’intero pacchetto difensivo, dopo l’indecisione iniziale che per poco non causava la rete di Ekuban, ha serrato le fila e al cospetto di un attacco tra i più temibili della Serie B, con Coda capocannoniere della scorsa stagione, non ha sfigurato.
Stulac e Segre a centrocampo hanno imposto la loro fisicità e la loro tecnica, sempre attenti sia in fase di interdizione sia in fase propositiva.
Elia e Di Mariano hanno supportato Brunori cercando con continuità di aprire spazi per il bomber rosanero, che con la rete segnata ieri ha superato il numero di gol, 28, segnati da Toni in maglia rosa.
E con fiducia il Palermo si prepara ad affrontare la trasferta di sabato a Frosinone, forse la partita più delicata quantomeno per il ricordo dei trascorsi in terra ciociara.
Ma ieri il Palermo ha dimostrato non solo di essere squadra, ma anche di avere ancora notevoli margini di miglioramento, di poter giocarsela con chiunque e di non dover temere nessuno.