Play-off per la Serie A, obiettivo raggiunto, Palermo in finale. Bravi i rosa, bravo Stellone, però…

PALERMO – L’obiettivo minimo è stato raggiunto: il Palermo è in finale per la promozione in Serie A.

Il doppio confronto con iL Frosinone, che ha avuto la meglio con il Cittadella, sancirà la terza squadra che affiancherà l’Empoli ed il Parma nel massimo torneo del prossimo anno, a meno di sconvolgimenti che dovessero arrivare dall’inchiestra in corso sugli sms galeotti inviati prima di Spezia-Parma.

Il Palermo ha vinto contro il Venezia con un autogol di Domizzi al 5° minuto del primo tempo, bravi i rosa, bravo Stellone, però…

Quel però, senza voler sminuire l’impresa del Palermo, è doveroso e riguarda un po’ tutti, tecnico e giocatori.

Stellone ha avuto il merito di riportare Coronado nel vivo del gioco con il modulo ad albero di Natale (4-3-2-1) iniziale con Pomini; Rispoli, Bellusci, Rajkovic, Aleesami; Murawski, Jajalo, Gnahorè; Coronado, Trajkovski; La Gumina, lasciando ancora in panchina Nestorovski.

Rinunciare al macedone in una squadra che ha grosse difficoltà realizzative e inserire al suo posto Trajkovski, che, pur impegnandosi al massimo, non è riuscito ad incidere sulla partita tranne per aver determinato, con il suo errore sotto porta, l’autorete di Domizzi, ha suscitato parecchie perplessità.

Anche insistere con la difesa a quattro, che priva il Palermo delle scorribande sulle fasce di Rispoli a destra e di Aleesami a sinistra, sembrerebbe poco utile negli scontri contro il Frosinone quando sarà d’obbligo vincere perché il doppio pareggio premierebbe i ciociari.

I cambi operati nel corso della partita, al 76° Rolando per Trajkovski ed all’80° Fiordilino per Murawski, sono apparsi determinanti per salvaguardare il risultato, ma con il Venezia che arrembava, che aveva operato due sostituzioni al 56° ed al 59°, sono apparsi tardivi, quando era chiaro da tempo che diversi giocatori rosanero erano in forte debito d’ossigeno.

Senza Nestorovski, rigorista ufficiale, il penalty concesso al Palermo all’89°, fallito da La Gumina, sicuramente sarebbe stato più logico e produttivo, per il prosieguo dei play-off, farlo tirare a Coronado: se avesse segnato avrebbe superato l’errore commesso dal dischetto contro il Cesena, se avesse sbagliato non sarebbe stato determinante, come non è stato determinante l’errore di La Gumina.

Il però relativo ai giocatori riguarda l’approccio al secondo tempo: il loro atteggiamento oltremodo timoroso e rinunciatario ha incoragggiato i lagunari e ha fatto correre tanti pericoli, che solo la bravura di Pomini è riuscita a superare.

Infine, l’elogio senza però va ai tifosi rosanero, che, con il record stagionale di presenze, oltre 28mila spettatori, mai hanno cessato, con i loro canti ed i loro cori, di sostenere i propri beniamini ed hanno anche dovuto subire, quelli della curva sud, gli attacchi con i peTardi dei pochissimi scalmanati tifosi del Venezia presenti nel settore ospite.

E adesso altri 180 minuti di passione: si comincia al Barbera mercoledì 13 alle 20 e 30.