Dopo la prestazione incolore del Palermo ieri a Vercelli, ci saremmo aspettati altre parole dal tecnico Tedino. Anche perché, a parte i minuti finali dell’incontro, il gioco dei rosanero è stato caratterizzato da un ritmo compassato, una mancanza di idee ed una paura di sbagliare che hanno portato alla memoria i fantasmi della trascorsa stagione.
La quantità enorme di palle perse e le pochissime conclusioni in porta, due durante l’intero incontro concentrate negli ultimi minuti della partita, hanno dato, altresì, contezza della incapacità del Palermo di manovrare con geometrie lineari ed efficaci.
L’allenatore rosanero, invece, sulle pagine del “Giornale di Sicilia” oggi in edicola, pur riconoscendo che il Palermo debba fare di più rispetto a quanto fatto a Vercelli, si è dichiarato soddisfatto della prestazione dei suoi. “La squadra ha retto molto bene il campo, ha sempre cercato di giocare a calcio anche quando, nel corso della partita, ci sono stati i momenti più concitati. E questo per me è davvero molto importante”, queste le sue parole a caldo.
Tedino ha poi anche detto di essere dispiaciuto per non aver potuto regalare i tre punti ai tifosi che si erano sobbarcati ad una trasferta così impegnativa e ha concluso dicendo di essere soddisfatto “perché la squadra ha giocato con intensità su un campo difficile per l’ampiezza un po’ atipica rispetto ad altri stadi”.
C’è da capire quale è il concetto di intensità per Tedino.
L’impressione, che si è avuta durante l’incontro, ed essere smentiti ci sembra difficile, è stata quella di assistere ad una partita di allenamento tra due squadre che avevano l’unico obiettivo di finire presto l’incontro senza prendere gol. E questo è ampiamente confermato con la interminabile passeggiata a lentissimo passo che ha fatto Reginaldo al momento di lasciare il campo al 25° minuto della ripresa per essere sostituito da Raicevic.
Bisogna, comunque, dare atto al mister rosanero di aver cercato di dare una scossa alla squadra, all’inizio cambiando modulo, ricorrendo al 4-4-2 per supplire all’assenza di Aleesami, e poi all’11° della ripresa passando al 4-3-3, con l’inserimento di Moreo al posto di Coronado. C’è solo da dire che Coronado fino ad allora era stato l’unico a cercare di inventare gioco, saltando l’uomo e tentando di aprire gli spazi per gli attaccanti. Non era riuscito nell’intento sia perché, partendo da troppo lontano, andava sempre a sbattere contro il muro difensivo della Pro Vercelli, sia per lo scarso movimento di Nestorovski e dell’impalpabile Trajkovski, quest’ultimo per giunta in posizione defilata e di scarso aiuto per il macedone.
Pur con tutte queste problematiche, impensabili due mesi fa quando il Palermo si imponeva con autorità ad Avellino ed a Bari, i rosanero avrebbero potuto agguantare la vittoria se l’arbitro avesse concesso in pieno recupero un sacrosanto rigore per trattenuta di Mammarella su Moreo.
C’è, però, poco tempo per riflettere perché martedì si torna subito in campo: al Barbera contro l’Ascoli avrà finalmente termine l’involuzione rosanero?