PALERMO – Un Palermo confuso, senza gioco e senza idee, con i nervi tesi e il morale sotto i piedi, ieri sera contro il Catanzaro è uscito sconfitto per la seconda volta consecutiva dal Barbera.
Il risultato finale di 2 a 1 per i calabresi acuisce la crisi che ormai da troppe giornate si è manifestata sempre più nera.
Sotto una sonora bordata di fischi del pubblico sconcertato dalla inadeguata prestazione dei propri beniamini, a fine partita Brunori e compagni hanno sostato a lungo insieme a Corini sotto la curva nord quasi mortificati dall’ennesima sconfitta casalinga.
E la sconfitta ci sta tutta e, anzi, poteva essere ancora più rotonda nel risultato se Pigliacelli non avesse compiuto più di un intervento determinante e se il palo non lo avesse salvato sul tiro di Vandeputte al 64°.
I gol del Catanzaro, al 44° del primo tempo ad opera di Iemmello, lesto ad insaccare approfittando della lentezza dei difensori rosa, e al 5° della ripresa di Biasci, involatosi superando in velocità Gomes, hanno messo in evidenza che l’involuzione tecnico-tattica ha ormai coinvolto tutti i settori della squadra: la difesa non sa più fare argine alle scorribande avversarie, il centrocampo è incapace di creare manovre che abbiano un minimo di linearità e precisione, gli attaccanti non riescono più a creare né a concretizzare le azioni pericolose.
Nell’atmosfera di forte contestazione da parte dei tifosi, stupiscono le dichiarazioni di Corini a caldo. Il tecnico dei rosanero, affermando che la squadra ha fatto una partita intensa e gagliarda e che lui ha visto quello che voleva vedere, sembra sia in un universo tutto suo acuendo ancora di più le preoccupazioni dei supporters.
Di fatto il Palermo ieri ha prodotto gioco negli ultimi minuti della partita, riuscendo, con il bel gol all’82° di Stulac di testa sul preciso cross da sinistra di Valente, ad illudere il pubblico del Barbera su una possibile e fino ad allora insperata rimonta.
La rete ha avuto come protagonisti due dei cinque innesti in corso d’opera effettuati da Corini, che ha cercato di rimediare all’insulsa formazione iniziale, che vedeva Buttaro esterno destro in un centrocampo a quattro con Lund sulla corsia sinistra e Gomes e Segre al centro, in applicazione del modulo 3-4-3, con in difesa Mateju, quanto mai confuso e impreciso, Lucioni, incapace di contrastare da solo le incursioni avversarie, e Marconi stranamente lento e incerto. In attacco all’inizio è stato dato spazio a destra a Di Mariano, apparso subito con i nervi a fior di pelle, Brunori ininfluente al centro, e Mancuso a vagare a sinistra in attesa di un pallone giocabile.
Le sostituzioni operate da Corini, ad inizio ripresa Henderson al posto di Di Mariano, al 59° Valente, Aurelio e Di Francesco in sostituzione di Marconi, Lund e Mancuso e infine Stulac al 79° in luogo di Gomes, hanno avuto effetto solo negli ultimi dieci minuti con, finalmente, un po’ di velocità e carattere nella manovra.
E ora? Non può la società non prendere in considerazione il fatto che con questo andazzo, cinque punti in sette partite, il Palermo rischia in breve tempo di essere risucchiato in zona play-out.
Le soluzioni? Non sta a noi individuarle, ma è certo che qualcosa bisogna fare!