Palermo, prima sconfitta di Stellone: nessun dramma, ma occorre un’attenta analisi

PALERMO – Il primo campanello d’allarme c’era stato contro il Cittadella nell’ultima partita del 2018 e del girone d’andata. Allora, pur soffrendo maledettamente, il Palermo era uscito dal campo vincitore. Ieri, invece, è arrivata la sconfitta dopo tredici risultati utili consecutivi, la prima dal ritorno in panchina di Stellone.

La battuta d’arresto contro la Salernitana può leggersi da diversi punti di vista. Come ha detto il mister a caldo, l’importante è non farne un dramma, però è bene non prendere sottogamba l’accaduto.

Intanto c’è da sottolineare che la Salernitana fino a ieri sera non aveva mai vinto in trasferta. Poi è da prendere in considerazione, e trovarvi un rimedio, il fatto che i rosa soffrano in maniera esagerata il pressing alto degli avversari. Nel secondo tempo, in alcune occasioni, ieri la squadra sembrava il peggior Palermo di De Zerbi, incapace di uscire dalla propria area ed impostare il gioco, con i campani ad inseguire e pressare chi aveva il pallone tra i piedi con un agonismo ai limiti del regolamento.

Eppure la prima mezzora di gioco aveva illuso i tifosi, pochi come al solito malgrado l’ormai acclarata fine dell’era Zamparini: Palermo schierato con il 4-3-2-1, volitivo e propositivo, in vantaggio con Jajalo al 17° minuto e padrone del campo con diverse propizie occasioni fallite. A poco a poco la verve iniziale si è esaurita, la Salernitana ha preso coraggio e sul finale del tempo, dopo aver fallito il pareggio al 41° con Jallow, è andata in gol al 42° con A. Anderson.

La ripresa ha visto in campo il Palermo più brutto della stagione, con Chochev impaurito quanto mai, Jajalo accerchiato dagli avversari e Trajkovski impegnato più a vincere dribbling che a costruire gioco. L’infortunio di Rajkovic al 48°, con la sostituzione a favore di Pirrello, ha costretto Stellone ad uno schieramento difensivo inedito con Rispoli, Szymiński, Pirrello e Accardi. Ha tentato il tecnico romano la mossa altre volte vincente di inserire una seconda punta, nella fattispecie Puscas al posto di Haas, passando al 4-4-2, che è diventato col tempo 4-2-4, ma, così facendo, ha ulteriormente sguarnito il centrocampo, dando spazio alle ripartenze avversarie.

Ci ha poi pensato Trajkovski, dopo un salvataggio di testa di Puscas sulla linea all’83°, a consentire il più classico dei contropiedi avversari, intestardendosi in un dribbling impossibile a metà campo, con la conseguente perdita del pallone e l’aprirsi di praterie deserte verso Brignoli. Ne ha approfittato Casasola, entrato in campo all’80° in sostituzione di D. Anderson, che ha fatto secco il portiere rosa con un rasoterra angolato da destra. Scoccava il 93° e non c’era più nulla da fare.

Dire che è stata rispettata la tradizione che vede il Palermo in difficoltà dopo le soste o che il venerdì è sempre privo di vittorie per i rosa, è troppo banale. Stellone deve riuscire a inculcare nella testa dei suoi giocatori la serenità, che ieri era persa, la determinazione e l’aggressività necessarie sempre per avere ragione degli avversari. La società farebbe bene, a questo punto, con Struna perso, Rajkovic alle prese con un infortunio di cui ancora è da valutare la gravità, Ingegneri perennemente in panchina, Mazzotta ed Aleesami infortunati, Rispoli dato per partente, a muoversi sul mercato per trovare un difensore.

Perdere anche quest’anno l’autobus per la Serie A sarebbe un fatto catastrofico per il nascente Palermo Footbal Club.