PALERMO – È svanita ieri sera al Barbera l’opportunità per il Palermo di accedere ai play off per la promozione in Serie A.
L’aver perso il treno per gli spareggi per la Serie A non significa, comunque, che la stagione dei rosanero sia fallimentare. Aver mantenuto la categoria è già un grosso risultato, ma l’andamento della partita di ieri sera ha lasciato l’amaro in bocca e causato il rammarico dei tifosi rosanero accorsi in massa per l’ultima partita della stagione regolare.
A fine gara il malcontento è esploso in una lunga contestazione alla quale i giocatori in maglia rosa non si sono sottratti, presentandosi, sotto una bordata di fischi, sotto la curva Nord in segno di assunzione di responsabilità.
Nella partita di campionato decisiva, nella quale era d’obbligo la vittoria contro il Brescia, a sua volta con la necessità di un risultato positivo per evitare la retrocessione diretta in Serie C e giocarsi la permanenza nella serie cadetta nei play out, il Palermo ha giocato un primo tempo all’altezza, dimostrando di avere cuore e lucidità, andando subito in vantaggio al 4° minuto di gioco con un gran bel gol di Brunori e raddoppiando al 41° con Tutino, finalmente concreto sotto porta oltre a proporsi per la manovra e ad aprire spazi.
In vantaggio per 2 a 0, con la partita e la qualificazione ai play off in tasca, i rosanero sono rientrati alla fine del primo tempo negli spogliatoi e lì sono rimasti!
La squadra tornata in campo dopo l’intervallo era un altro Palermo, timido e timoroso, senza cuore e senza carattere, che, con il suo atteggiamento remissivo, ha dato coraggio ad un Brescia fino ad allora modesto ed animato solo dall’istinto di sopravvivenza. E non ha senso parlare di calo fisico, perché la debacle rosanero è cominciata subito dopo il fischio con cui l’arbitro Maresca ha dato inizio al secondo tempo della partita.
È più corretto, allora, parlare di calo di tensione, di problemi più mentali che fisici, di incapacità, più volte dimostrata, di gestire il risultato, con un allenatore che non riesce a incidere sull’atteggiamento dei suoi uomini.
In dodici minuti le rondinelle hanno agguantato il pareggio sfruttando dapprima una azione di contropiede favorita dall’incapacita del centrocampo rosa di fare argine e poi il crollo psichico degli avversari. Ad andare in gol sono stati al 9′ Rodriguez e al 12′ Aye con i difensori rosanero presi d’infilata e non capaci di proteggere l’incolpevole Pigliacelli. E deve far riflettere chi di dovere il fatto che nell’occasione del primo gol del Brescia il Palermo si sia fatto infilzare a seguito di una azione in contropiede essendo in vantaggio di due reti e non avendo nessuna necessità di attaccare in massa la porta avversaria.
Dopo il pareggio del Brescia la partita non ha avuto più storia. Corini ha operato dei cambi nel tentativo di dare vigore alla manovra offensiva dei suoi, ma la frittata era ormai fatta. Al 67° sono subentrati Valente, ancora una volta inspiegabilmente sacrificato dall’inizio in panchina, e Soleri al posto rispettivamente di Buttaro e di Tutino, al 74′ Saric in sostituzione di Segre e al 79′ Vido e Broh al posto di Gomes, l’unico ad aver dimostrato calma e lucidità, e di Verre.
Al 94′, con il Palermo sbilanciato in avanti senza profitto e con un piede ancora nei play off, è arrivato il gol della Reggina contro l’Ascoli che ha posto fine a tutte le speranze o, forse, a tutte le illusioni.
Quello che era l’obiettivo di inizio campionato, il consolidamento della categoria, ora sembra quasi un fallimento. È l’effetto delle tante occasioni perse nel corso del campionato e dell’atteggiamento troppo rinunciatario dei rosa.
Colpe di Corini? Una tra tante non essere riuscito a trasmettere ai suoi il furore agonistico necessario per superare i momenti negativi e non aver saputo in troppe occasioni gestire il risultato (non si contano le partite in cui il Palermo ha subito rimonte).
Arrivederci alla prossima stagione con l’aspettativa che la società intervenga sul mercato per costruire una squadra che possa ambire alla promozione diretta in Serie A con o senza Corini, ormai fuori dalle corde dei tifosi rosanero, che, per la loro presenza sugli spalti e la maturità dimostrata nell’arco dell’intero campionato, meritano una squadra nella massima serie.
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