Palermo, a Verona un punto senza lode e senza infamia

Uscire imbattuti da un campo difficile qual è il Bentegodi di Verona è già un buon risultato. Le modalità con le quali il Palermo ha conseguito ieri sera il pareggio non avranno soddisfatto i tifosi dal palato sopraffino, ma in ogni caso è stato portato a casa un punto che fa comodo per la corsa alla Serie A.

Dopo il primo quarto d’ora di gioco, i rosa, schierati con il 4-4-2, che dava a Falletti e Trajkovski l’opportunità di agire sulle fasce con Rispoli ed Aleesami alle spalle, hanno dato l’impressione di poter fare un solo boccone degli scaligeri impauriti e senza il supporto del loro pubblico.

Il Palermo manovrava bene, pressava con continuità, ma non riusciva a concretizzare. E gli uomini di Stellone, fortemente sbilanciati in avanti, avevano già fatto intendere di soffrire le veloci ripartenze del Verona. Tant’è che al 31° del primo tempo, su un fulmineo cambiamento di fronte, Di Carmine, servito in area da Matos, fulminava Brignoli e portava in vantaggio i padroni di casa.

A questo punto si è temuto il peggio: sembrava che il Verona avesse imboccato la strada giusta, mentre il Palermo si dimostrava incapace di reagire. Il rischio di subire il secondo gol era forte.

Merito dei rosa essere riusciti a mantenere la calma, non essersi disuniti, aver limitato i danni ed essere riusciti a pareggiare al 22° della ripresa con un gol di Rajkovic su corner battuto da Trajkovski.

Un punto, quindi, conquistato senza lode e senza infamia, ma che serve molto alla causa rosanero.

Intanto Stellone ha conservato l’imbattibilità, il primato in classifica è stato mantenuto, solo il Pescara vincendo domani in casa contro l‘Ascoli può affiancare i rosa, ed è stato dimostrato che, pur nelle giornate in cui non si esprime al meglio, la squadra riesce a non soccombere e ad  uscire indenne da situazioni molto complicate.

Tutto questo mentre sembra ad un passo la conclusione della trattativa per la vendita della società, che di fatto porrà termine all’era Zamparini a Palermo.

Senza criticare la scelta di una parte dei tifosi rosanero di contestare a volte con toni duri il presidente uscente, va comunque detto che in questi sedici anni di presidenza Zamparini, arrivato in Viale del Fante quando la squadra era in Serie B, ha fatto del Palermo una compagine temuta e rispettata. Chi ha i capelli bianchi come me, non avrà dimenticato che per tanto tempo è stata ricordata come un’impresa titanica la vittoria del 18 febbraio del ’62 per 2 a 4 a Torino contro la Juventus.

Con Zamparini il Palermo ha espugnato l’allora Delle Alpi per tre anni di seguito. Per merito di Zamparini i tifosi rosa hanno gioito per le prodezze di fuoriclasse come Cavani, Pastore, Dybala, Miccoli, Belotti e apprezzato giocatori di buone qualità come Amauri, Grosso, Balzaretti, Corini, Nocerino, Liverani, Barzagli, Sirigu, Simplicio. Nessuno ha mai pensato che Zamparini avesse il cuore rosanero: essendo un imprenditore avrà sicuramente mirato agli utili, ma in ogni caso ha investito ed ha, fino a prova contraria, mantenuto i conti in ordine.

Il rammarico che ci può essere alla fine è quello che, ad un certo punto mancava poco per fare il salto di qualità definitivo che avrebbe veramente consentito al Palermo di lottare per lo scudetto, perché già ad armi pari aveva lottato in Italia con le tutte le squadre più blasonate.