La Finanza spacca definitivamente il Palermo: poche strade sicure e troppi vicoli ciechi

La Finanza spacca definitivamente il Palermo: poche strade sicure e troppi vicoli ciechi

PALERMO – Si dice che a costruire qualcosa per raggiungere un obiettivo, possano volerci anni. Dopo molti sacrifici, quando il traguardo viene raggiunto, si dice anche che serva 1/10 del tempo impiegato per distruggere tutto.

Il Palermo, ad oggi, non è più di nessuno: non è di Paul Baccaglini, visto che il closing è clamorosamente saltato; non è dei suoi tifosi, che oltre ad omaggiare la maglia rosanero non hanno mai avuto la concreta possibilità di dare una mano come azionisti; non è certamente di Maurizio Zamparini, che, dopo il blitz della guardia di Finanza per riciclaggio e falso in bilancio (tra gli altri reati), ha detto chiaramente di non avere più interesse per il Palermo

I legami di una storia che va avanti da troppo tempo sono sempre più intrinsechi, con tante deviazioni che portano a vicoli ciechi: partendo proprio dal nome di Maurizio Zamparini, la prima fermata è la Mepal, società utile alla commercializzazione dei prodotti rosanero. I finanzieri avrebbero deciso di indagare dal momento in cui questa azienda è stata ceduta ad Alyssa, società sotto controllo di una holding lussemburghese di proprietà del patron friulano. Quest’ultima, avrebbe 40 milioni di debiti con il Palermo: la soluzione era presto detta. Paul Baccaglini nuovo proprietario di Alyssa, in modo da far rientrare il debito. Dopo di che, si sarebbe parlato di stadio e centro sportivo.

L’ex presidente rosanero si è visto rifiutare l’offerta di acquisizione della società, definita “ridicola”: Zamparini ha pubblicato sul sito del Palermo le cifre presentate da Baccaglini. “20 milioni di euro pagabili in quattro anni. Anzi, no: 5 milioni per il 100% delle quote della società e altri quindici milioni versati in tre anni. Senza nessun progetto per il futuro della squadra e per il nuovo stadio”.

Questo vicolo cieco ha portato Zamparini a cambiare strada, percorrendo ancora una volta quella di Frank Cascio: come confermato da lui stesso, i contatti ci sono stati e la trattativa è seguita da alcuni referenti siciliani, che saranno sicuramente a conoscenza di quello che è stato detto dall’attuale presidente del Palermo. Tra le tante frasi, Non me ne frega un c…o del Palermo“, “Non voglio tenermi il Palermo”, “Se non vendo a Baccaglini, hanno detto che mi arrestano”, “Dovrei seguire il consiglio di mia moglie: andare insieme all’estero”. E così via.

Una presa di posizione soprattutto contro la guardia di Finanza, per due motivi: il primo, “l’intromissione” tra lui e Frank Cascio. L’idea di Zamparini era quella di cedere le quote all’imprenditore americano, che avrebbe messo su un azionatario popolare formato da siciliani a New York. “Invece sono arrivati questi (i finanzieri, ndr) che mi stanno disfacendo tutto”. La seconda, di carattere personale: Zamparini avrebbe un finanziamento di 100 milioni di euro con la JP Morgan per un centro commerciale a Palermo. Questa indagine lo danneggerebbe e comprometterebbe le cose. Tra l’altro, questo progetto farebbe parte del “Gruppo” che finanziava il Palermo.

Quello che resta un po’ in disparte sembrerebbe essere il prossimo campionato di Serie B: Bruno Tedino non sa su quali calciatori poter contare e il ds Fabio Lupo, con la minaccia di Zamparini di bloccare il mercato, è incerto sulle operazioni da fare in entrata. La “promessa” del patron dei rosa è stata di far giocare la Primavera più i calciatori che ci sono a disposizione.

Ancora più incerta è la situazione che riguarda i tifosi, propensi a disertare in massa lo stadio “Renzo Barbera” visti gli avvicendamenti societari. Il Palermo non è nelle mani di nessuno e, formalmente, chi lo ha vuole disfarsene quanto prima cedendolo o, chissà, andando all’estero con la moglie…