PALERMO – La Serie B non è più un sogno.
Dopo la travolgente galoppata in questi play-off dominati fin dall’inizio, il Palermo è approdato a quella Serie B che sembrava un miraggio, ma che, a conti fatti, è pienamente meritata.
Otto incontri disputati, sei vittorie, di cui quattro in trasferta, e due pareggi, entrambi al Barbera, queste sono le cifre che da sole dicono tanto. Ma non bastano le cifre a far capire l’anima della squadra che li ha vinti i play-off: mai doma, sempre aggressiva, coriacea e determinata a mordere le caviglie degli avversari, lucida nei momenti topici della gara, capace di soffrire e di reagire con risolutezza. Una squadra completamente diversa rispetto a quella vista ad inizio campionato, con i giocatori che sono cresciuti in autostima partita dopo partita.
E qui i meriti vanno a Silvio Baldini, che ha saputo tirare fuori dai muscoli e dalle teste dei suoi giocatori risorse fisiche e mentali inaspettate.
Anche ieri sera, nel giorno del trionfo, la mentalità del tecnico rosa si è percepita in tutti i suoi aspetti: il Palermo aveva a disposizione due risultati su tre per conquistare la Serie B in conseguenza del successo nella partita di andata all’Euganeo. Eppure i rosanero sono scesi in campo con la determinazione di chi deve recuperare il risultato, aggressivi fin dal limite dell’area di rigore avversaria, con un’energia che li ha fatti arrivare primi su tutti i palloni, sempre a cercare di verticalizzare il gioco, senza nessuna accorgimento mirato a rallentare il ritmo. Il fatto che Donnarumma abbia effettuato almeno quattro interventi se non miracolosi, almeno molto difficili, la dice lunga sul dominio rosa dal primo all’ultimo minuto della partita.
Per la cronaca il gol della vittoria, che ha sancito il trionfo, è stato segnato al 25° minuto del primo tempo da Brunori, che ha trasformato un rigore sacrosanto che non ha richiesto la verifica della Var. Da segnalare il fatto che il Padova ha chiuso l’incontro in nove per due espulsioni, quella diretta di Ronaldo al 12° del secondo tempo per una testata in pieno volto a Perrotta e quella di Pelagatti nei minuti finali per doppia ammonizione.
Tutti i giocatori in maglia rosanero ieri sera hanno offerto un’ottima prestazione, ma quattro nomi meritano di essere elogiati in maniera particolare: uno è quello di Brunori anche ieri incontenibile, capace da solo di mandare in tilt la difesa avversaria, il secondo è quello di Luperini in continua crescita da quando Baldini lo ha lasciato libero di giostrare a suo piacimento sulla trequarti senza alcun punto di riferimento per gli avversari, il terzo è De Rose, regista aggressivo, ma sempre lucido, sempre pronto alle verticalizzazioni, l’ultimo è Marconi, che da difensore timido, a volte impreciso, è diventato implacabile di testa, fortissimo sull’anticipo e micidiale nei recuperi.
Ieri sera è stata la vittoria di tutti, giocatori, allenatore e pubblico. L’atmosfera che si respirava al Barbera era da finale di Champions League. E gli emissari del City Group presenti allo stadio ne avranno tenuto conto.