PALERMO – Fanno impressione e causano anche un po’ di stupore misto a disappunto le dichiarazioni di Corini dopo la disfatta di ieri sera del Palermo. La sconfitta, 0 a 3, il risultato finale a favore del Venezia, ha messo in risalto, se mai ce ne fosse stato bisogno, i problemi che affiggono i rosanero ormai da più di un mese: assoluta inefficacia degli schemi difensivi adottati e inesistente filtro a centrocampo.
Che un allenatore sconfitto riconosca i meriti dell’avversario ci può stare, ma non è ammissibile liquidare una prestazione così opaca, senza verve, senza gioco, senza determinazione, senza carattere dicendo semplicemente che gli avversari sono stati più bravi.
In verità il Palermo, durante il primo quarto d’ora di gioco, ha dato l’illusione di essere pimpante e di potersela giocare contro un avversario sicuramente sicuramente all’altezza, capace di intessere gioco con una facilità invidiabile e lucido e concreto in ogni settore del campo. Ma dopo il primo gol al 18° ad opera di Pohjapalo, che ha potuto colpire indisturbato di testa a due passi dalla porta senza che nessuno provasse a contrastarlo… perché non c’era nessun uomo con la maglia rosa nel raggio di cinque metri dal n. 20 dei lagunari, il Palermo si è spento, ha preso il secondo gol sempre ad opera di Pohjanpalo al 30° a conclusione dell’ennesima inosservata ripartenza degli uomini di Vanoli e ha passeggiato smarrito per il resto del primo tempo e per tutta la ripresa.
A nulla sono valsi a mutare atteggiamento dei rosa e corso della partita i cambi effettuati a inizio del secondo tempo, con l’ingresso di Graves, Aurelio e Vasic al posto, rispettivamente dello smarrito Nedelcearu, di Lund, incapace di andare dietro allo scatenato Candela, fonte del gioco del Venezia, e di Di Mariano.
La partita è andata avanti con i lagunari, padroni del gioco, che avrebbero potuto rimpinguare il bottino se non ci fosse stato Pigliacelli a mettere di continuo pezze ai varchi lasciati aperti dai compagni. Ma il portiere rosa si è dovuto arrendere, questa volta con una buona dose di colpevolezza ancora una volta al 92°, trafitto da un tiro sul proprio palo scagliato da distanza ravvicinata da Gytkjaer.
La sconfitta mette definitivamente in soffitta le chimere di promozione diretta e disillude sulle possibilità di ben figurare ai play-off, ma lascia ancora a Corini l’occasione di giustificare le eventuali sconfitte future con l’ammissione di inferiorità rispetto agli avversari.
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