PALERMO – Un Palermo vivo, che lotta su ogni pallone, che segna tre gol in un campo difficile come quello di Parma, porta a casa un solo punticino. Un risultato che alla vigilia avrebbe messo d’accordo tutti, società e tifosi, alla fine dire che lascia l’amaro in bocca appare riduttivo.
Con Coulibaly stratosferico e Brunori in vena di magie, i rosanero ieri hanno tenuto testa al Parma per novanta minuti intensi, a tratti divertenti, per sciogliersi nei minuti di recupero e permettere ai padroni di casa di pareggiare una partita nella quale all’inizio dell’extra-time erano sotto per 3 a 1.
Cosa sia passato per la testa degli undici giocatori in maglia rosa in quei sei minuti di recupero è un mistero. La difesa fino ad allora impeccabile si è fatta infilzare al 91° con un tiro da fuori area ed al 95° con un colpo di testa su un cross lungo all’apparenza facilmente intercettabile.
Non siamo dell’idea che i cambi effettuati da Corini abbiano potuto influenzare il risultato. Probabilmente il tecnico avrà visto Coulibaly e Brunori, i migliori fin ad allora in assoluto, in debito di ossigeno e avrà deciso di sostituire al 69° il senegalese con Henderson e al 76° il centravanti con Soleri. Le altre sostituzioni, al 56° Valente al posto di Di Francesco, al 69° Buttaro in sostituzione di Di Mariano e, infine, al 76° Aurelio per Lund, non hanno mutato l’assetto tattico: il Palermo ha continuato a difendersi e ad agire in contropiede.
Il 3 a 3 finale fa passare sotto tono le prodezze ad inizio partita di Brunori, tornato prepotentemente alla ribalta con una doppietta di rara bellezza. Il primo gol al 3° minuto di gioco è una perla di intuito e precisione. Si vede chiaramente il capitano rosanero alzare gli occhi, vedere il portiere Chichizola lontano dai pali, coordinarsi e lasciare partire da più di quaranta metri un tiro a pallonetto contro il quale l’estremo difensore avversario non ha potuto fare nulla: pallone nel sacco e i duemila tifosi rosanero presenti a Parma in visibilio.
Ma Brunori non si è fermato lì: al 18° ha inventato un altro gol capolavoro concludendo a giro di destro con il pallone che è planato in rete con una parabola di rara bellezza.
Bisogna, comunque, dare atto agli uomini di Pecchia di non essersi arresi mai, neanche quando, dopo che Estevez al 6° minuto della ripresa aveva accorciato le distanze, il Palermo era riuscito a segnare il terzo gol all’85° con Segre, che, involatosi in solitario, aveva voluto festeggiare la laurea in Scienze motorie appena conseguita con la seconda rete in campionato siglata con un tiro preciso sull’uscita del portiere.
Poi sono arrivati i gol al 91° di Mihaila e al 95° di Charpentier e la festa è finita. Resta l’immagine di un Palermo combattivo e risoluto nelle conclusioni, con Lucioni sempre presente, Gomes e Segre a darsi manforte e Di Mariano finalmente incisivo: ben venga il gioco all’italiana se porta questi risultati.