PALERMO – Giorno venerdì 12 gennaio, alle ore 21, debutterà al Teatro Biondo di Palermo “Nozze di sangue“, di Federico García Lorca, con la regia di Lluis Pasqual, in cui Lina Sastri sarà la protagonista.
Lo spettacolo è stato prodotto dal Teatro Biondo insieme al Teatro Stabile di Catania, al Teatro Stabile di Torino e al Teatro di Napoli.
Insieme a Lina Sastri, entreranno in scena Roberta Amato, Giovanni Arezzo, Ludovico Caldarera, Alessandra Costanzo, Elvio La Pira, Gaia Lo Vecchio, Giacinto Palmarini, Floriana Patti, Alessandro Pizzuto, Sonny Rizzo.
I musicisti saranno Riccardo Garcia Rubì e Carmine Nobile (chitarra), Gabriele Gagliarini (percussioni), che accompagnano parole, canti e danze.
Mentre le coreografie sono di Nuria Castejon, le scene di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Franca Squarciapino e le luci di Pascal Merat.
Nello spettacolo, il regista Lluis Pasqual accentua l’aspetto poetico, abbandonando ogni naturalismo.
Inoltre, lo concepisce come una contaminazione tra prosa, danza e canto, basandosi sulle versatili capacità di Lina Sastri.
Il lavoro si presenta come una vera e propria sessione di flamenco, con le sedie disposte in cerchio e tutti gli attori presenti per l’intera durata dello spettacolo.
Nozze di sangue è una “cronaca di un fatto di vita” avvenuto nel 1928 e raccontata da un poeta.
A pochi chilometri da Granada, in una campagna brulla, durante una festa di matrimonio la sposa fugge con un lontano parente.
Lo sposo tradito li insegue con un gruppo di compari e la vicenda finisce a coltellate.
Nella mente del poeta questa storia di cronaca è diventata un urlo contro qualsiasi “convenzione”, un grido di libertà e un inno alla passione.
«Penso che rappresentare il testo così come lo scrisse Lorca, non renderebbe giustizia al poeta» spiega Pasqual.
«Noi non siamo più gli spettatori degli anni Trenta del Novecento. Bisogna andare alla radice del racconto e cercare il luogo profondo da dove emerge questo dolore. Per dirlo con le sue parole: “nell’oscura radice dell’urlo”.
In Nozze di sangue c’è tanta musica, scritta anche da Lorca, che era un grandissimo musicista. Una musica che ha una sua particolare geometria derivata dal cante jondo, che vuol dire canto scuro profondo e che è una variante ossessiva del flamenco.
Questa musica scorre come un fiume carsico nel testo di Lorca, bisogna farla sentire, perché era ciò che riempiva il suo corpo, la sua mano, il suo orecchio in una terra arida circondata dal mare, nel meridione della nostra cosiddetta civiltà, in Andalusia o in Sicilia, c’è una grande differenza».
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