Rappresentante di Lista  presenta a Palermo “Bu Bu Sad”

Rappresentante di Lista presenta a Palermo “Bu Bu Sad”

PALERMO – Non è la solita musica. “Bu Bu Sad”, secondo album della band italiana La Rappresentante di Lista, è stato presentato venerdì 4 dicembre nei locali della libreria Feltrinelli di Palermo in un incontro col pubblico introdotto da Andrea Inzerillo, direttore artistico del Sicilia Queer Film Fest e da Michele Dotto.

Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, che dal 2011 formano La Rappresentante di Lista, hanno raccontato come è nato il loro nuovo album, pubblicato da Garrincha Dischi e cosa rappresenta nell’evoluzione artistica del duo, intervallando con alcuni brani cantati dalla coinvolgente voce di Veronica, di Viareggio ed eseguiti al piano da Dario, palermitano, che per una volta ha dovuto rinunciare a fisarmonica e guitalele. La coppia ha regalato ai tanti fan presenti anche l’esecuzione di due brani inediti: “I topi non avevano nipoti” e “Mina vagante”.

Difficile e probabilmente ingiusto cercare di confinare “Bu Bu Sad” ed in generale la produzione artistica di questi eclettici cantautori, in un genere musicale definito. “Il titolo dell’albumdice Veronica durante la presentazioneè ispirato dal gioco per bambini bu bu settete, nel suo nascondersi per poi rivelarsi. Una metafora di come le cose della vita ci possono apparire nella loro cosmica inevitabilità”.

Veronica e Dario si sono conosciuti frequentando un laboratorio teatrale e hanno cominciato a suonare insieme nelle pause, praticamente per gioco. La spiccata sensibilità e curiosità di entrambi, oltre all’incontro con tanti altri musicisti della scena indie palermitana, hanno dato vita ad un progetto che appena un anno dopo, nel 2012, li vedeva già in giro per l’italia per una serie di seguitissimi concerti. Nel 2013 pubblicano il loro primo album “Per la via di casa”, prodotto con Roberto Cammarata (Waines, Omosumo) che ha collaborato anche alla produzione artistica di “Bu Bu Sad” assieme a Matteo Romagnoli e agli stessi Veronica e Dario.

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Questo disco come dichiarano gli stessi autoriha dentro di sé l’ossessione degli inni e l’ambiguità della poesia. Abbiamo ascoltato diversa musica prima di mettere in ordine gli appunti di oltre due anni: da Tune Yards ai canti polifonici passando per Missy Elliot, M.I.A. E Perfume Genius. Abbiamo riscritto storie quotidiane come se fossero poemi contemporanei. Non ci interessava osservare il mondo da uno spioncino, ma scoprire momenti di vita pronti a esplodere. Comporre Bu Bu Sad è stato come mettere insieme i pezzi di questa esplosione in un puzzle e senza un’immagine di riferimento. Abbiamo sentito la necessità di approfondire l’arrangiamento musicale di ogni brano. Per l’esplosione abbiamo innescato synth e suoni elettronici che ci hanno permesso di trovare le giuste frequenze profonde e ritmi più serrati”.

Non mancano gli ospiti in questo secondo album: Roberto Cammarata (programmazione, basso, Virus, MiniBrute, cori e dita), Matteo Costa Romagnoli (programmazione e cori), Francesco Brini (batteria e percussioni), Enrico Roberto (pianoforte in Siamo Ospiti, MS20, Op-1 e cori), Angelo Sicurella (deliri su Non mi riconosci e cori), Angelo di Mino (strings e violencello in Bora Bora), Elia Della Casa (sax), Nicola “Hyppo” Roda (programmazione e cori), Giuseppe Durante (basso tuba). Da poco si sono aggiunti alla band Enrico Lupi (Tromba, flicorno e Synth) e Marta Cannuscio (batteria e cori) che li accompagneranno per l’imminente tour che inizierà da Palermo con un concerto a “I Candelai” il 25 dicembre.

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Siamo spesso in tourdichiara Veronica, che a settembre è stata nominata miglior voce femminile della scena indie dal MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) ma cerchiamo di vivere il più possibile la Sicilia e Palermo dove oltretutto possiamo incontrare gli amici e tanti artisti che come all’inizio, ai tempi del Teatro Garibaldi Aperto, continuano ad ispirarci e contaminarci. Reintrodurmi è per me sempre piacevole ma vuol dire anche avere a che fare con uno stato d’animo che continua ad aleggiare in città tra gli operatori della cultura e che a volte mi fa essere triste”.

Davide Bologna