PALERMO – Massimo Milani e Gino Campanella, storica coppia del movimento Lbgt+ in Italia e fondatori di Arcigay nel 1980 sono stati su RaiUno, mercoledì 7 ottobre, ospiti del programma “Oggi è un altro giorno” condotto da Serena Bortone che presenta la loro “storia fortissima e bellissima, d’amore, che dura da oltre 40 anni e ha contribuito alla crescita dei diritti civili del nostro Paese”.
Il programma presenta al pubblico la storia di Massimo e Gino in vista del matrimonio della coppia, organizzato il prossimo 31 ottobre a Giarre in memoria della coppia di fidanzati uccisa quello stesso giorno di 40 anni fa. Un delitto di matrice omofobica che diede la spinta per la nascita del primo circolo Arcigay in Italia, che proprio Massimo e Gino fondarono a Palermo.
Giorgio e Toni sono morti due volte: fisicamente con un colpo di pistola e moralmente, negando la matrice omofobica del delitto.
In collegamento con il politico Francesco Rutelli e con Giarre, dove si trova l’ex presidente di Arcigay Paolo Patané si parla di Giarre e dell’omicidio di Giorgio e Toni, degli anni Ottanta in Italia, della lotta all’omofobia di quel tempo e della situazione in Italia oggi. “Ho pianto quando ho ricevuto la comunicazione del matrimonio da Massimo e Gino – dice Rutelli – ero appena stato eletto segretario del Partito Radicale quando ho appreso dell’omicidio: i tempi sono cambiati ma per decenni hanno rischiato tutto, conosciuto esclusione, derisione e violenza. Ma come tutte le minoranze aiutano la società a crescere”.
A distanza di quarant’anni la storia di Massimo e Gino ben si incastra nel dibattito pubblico e politico, che vede tra i temi centrali la legge contro la discriminazione di genere e la misoginia il cui primo firmatario è l’onorevole Alessandro Zan. Proprio nei giorni scorsi è stato fatto un importante passo avanti nel percorso per il ddl contro l’omo-bi-lesbo-transfobia e contro la misoginia: “La commissione bilancio del Senato – come ha dichiarato lo stesso Zan – ha approvato un emendamento al decreto agosto che finanzia i centri antidiscriminazione e le case rifugio per le vittime di omotransfobia con 4 milioni di euro all’anno”.
Un ulteriore capitolo che conferisce ancora più forza al progetto di legge, rendendo più efficace tutto quanto verte sulle azioni positive di contrasto ai crimini d’odio. Si attende la discussione in Parlamento prevista per il 20 ottobre.