Emma Dante si “diverte” con Polifemo ed Odisseo, simbolo dell’arroganza culturale

PALERMO – Con il nuovo spettacolo di Emma Dante, “Io, Nessuno e Polifemo”, si è inaugurata la stagione 2014-2015 del Teatro Biondo Stabile di Palermo. Prodotto dallo Stabile palermitano, dove Emma Dante è artista residente, lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale all’Olimpico di Vicenza in apertura del 67° Ciclo di Spettacoli Classici.

Insieme all’autrice e regista, che ha ritagliato per sé il ruolo dell’intervistatrice, sono in scena Salvatore D’Onofrio nel ruolo di Polifemo, Carmine Maringola, nei panni di Odisseo, Federica Aloisio, Viola Carinci, Giusi Vicari.

Salvatore D’Onofrio (Polifemo) ed Emma Dante

Serena Ganci è autrice ed esecutrice dal vivo delle musiche originali. I costumi sono della stessa Dante, le scene di Carmine Maringola, le luci di Cristian Zucaro, le coreografie di Sandro Maria Campagna. Assistente alla regia è Daniela Gusmano.

Maringola (Odisseo)

Lo spettacolo si basa sull’Intervista impossibile a Polifemo, pubblicata nel 2008 da Einaudi nella raccolta Corpo a Corpo, dove Emma Dante ribalta le convenzioni sullo sbarco di Odisseo nella terra dei Ciclopi.

Immaginando di potere ascoltare la sua versione dei fatti, si scopre che Polifemo non è il mostro brutale che siamo abituati a tratteggiare, ma una specie di gigante buono, che viveva tranquillo nella sua isola in sintonia con la natura, prima che l’arrogante Odisseo venisse a guastarne la pace.

Odisseo e Penelope

L’“invasione” del suo territorio e il suo accecamento diventano allora gesti simbolici di un comportamento aggressivo e prevaricante, incarnato da Odisseo, figura emblematica della cultura occidentale.

Emma Dante ha impresso tonalità napoletane nel linguaggio, optando per una collocazione diversa delle vicende narrate nell’Odissea, in sintonia con la tesi di alcuni studiosi meno ortodossi.

La danza

Ma Io, Nessuno e Polifemo è anche un’ironica riflessione sul teatro, una sorta di divertissement con musiche e danze, nel quale la Dante si mette in gioco scherzosamente, prendendosi in giro tra un omaggio a Carmelo Bene e una frecciatina a una certa critica pedante.

Lo spettacolo replicherà al Biondo di Palermo fino al 2 novembre e sarà al Bellini di Napoli dal 3 all’8 febbraio 2015.

Così Emma Dante descrive il suo incontro con Polifemo:

«Tremante, io incontro Polifemo e pian piano lo conquisto, lui si lascia andare, si mostra ironico, loquace, racconta l’arrivo del nemico dal suo punto di vista e mi spiazza. Gli chiedo un ricordo da portare via e lui, antropofago di carni umane crude, mi svela una ricetta sofisticatissima: crapetto caso e ova. Col tempo, nella solitudine, è diventato di pietra.

Ecco la sua descrizione: Song io ’a caverna. Song tutt’uno con la roccia, monotono e gigantesco, un’enorme montagna senza cuore. Sono di pietra, signò, e voi mi abitate! Al posto dell’occhio tengo ’n fronte una grotta oscura e il macigno ca ’nzerra a metà l’entrata è la mia palpebra spezzata. Voi site trasùta dinto, signò, nel monumento, e n’avite appena sfiorato la grandezza. Immense sale vuote mi scorrono dint’e vene, sorde e mute. Andate! Visitatele tutte! Tanto come trasìte accussì ascìte, tale e quale, perché non troverete altro che pietra e polvere. La mia voce non è riuscita a entrare nelle vostre orecchie come invece ha fatto quella di Omero, Virgilio, Euripide, Teocrito, Ovidio. Perché la mia voce è privata e voi non siete pronta a coglierne il segreto. Comme ’e creature vi facite cullà da rapsodie popolari, credendo ai mostri e agli eroi. Signò, io song sempre stato un essere pacifico, monòcolo, sì, ma armonioso, e le pecore, i montoni, i capretti non s’hanno mai appauràto ’i me. E ora jatevenne! Jamme bella! Ca mi fa male ’a capa!

Lo lascio, intenerita dai suoi racconti, e mentre vado via riecheggia nella caverna la voce di Odisseo. Anche lui è dentro la sua testa».