PALERMO – Ogni anno è sempre la stessa storia: mesi e mesi di studio da parte degli aspiranti matricole di Medicina e Odontoiatria, i cui risultati vengono valutati per mezzo dei tanto odiati test d’ingresso.
Che sia una questione di fortuna o di preparazione, o se sia giusto sottoporre i giovani ad uno stress tale, ancora prima di iniziare il loro percorso di studi… è un discorso sul quale si dibatte parecchio. È certo è che se non si raggiunge il punteggio prefissato, si viene tagliati fuori per tutta la durata della stagione accademica.
È successo questo, ad una ventina di ragazzi che si erano sottoposti alle prove d’ammissione per fare ingresso all’Università di Palermo: lo scorso 8 aprile, hanno partecipato al concorso il cui esito è stato negativo.
Che fare però se il test viene giudicato illegittimo? Pare infatti che quel giorno i fogli utilizzati per segnare le risposte, non garantissero l’anonimato e che ciò abbia permesso di commettere delle scorrettezze.
Per questa ragione il Tar di Palermo, giorno 11 settembre, ha emesso la decisione di concedere la riapertura della corsa al camice bianco ai 20 aspiranti che, durante l’estate, avevano fatto ricorso.
L’accaduto ha riacceso la speranza di molti giovani perché, nello stesso giorno, il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi per l’accesso in altre università siciliane.
“Il disagio organizzativo, relativo all’eccessivo numero di iscrizioni, è solo un elemento fittizio – ha dichiarato l’avvocato Santi Delia che si è occupato della pratica – basti pensare che fino al 1995 le Università di Medicina contavano fino a 100 mila matricole. In seguito a questa riammissione il numero prefissato di studenti che era 10 mila, salirà a 15 mila e crediamo che sia assolutamente sostenibile“.
“Andando oltre le dispute, è bene sottolineare che si tratta della formazione della nostra classe medica quindi, la cosa più importante, è che la qualità da trasmettere ai futuri dottori, mantenga un buon livello, oggi così come nel passato – ha aggiunto l’avvocato Delia – e siamo convinti che, quanto successo, non inficerà lo svolgimento delle lezioni”.
Foto: Flickr Grabriel S. Delgado C.
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