PALERMO – Si è concluso anche il 2016, un anno che ha visto l’ambito scientifico, e nella fattispecie quello medico, protagonista… spesso però in negativo. Andiamo quindi a vedere i principali avvenimenti di quest’anno.
Partiamo male, anzi malissimo. Infatti il 2016 ha portato, con il Patto per la Salute la chiusura degli ospedali con meno di 120 posti letto e dei punti nascita con meno di 500 parti annui. Un pesante taglio alla sanità pubblica.
Altra nota amara di questo 2016, a parere di diversi medici, è il sempre più diffuso disagio dei medici di famiglia, con la medicina generale sempre più presa sotto gamba. Perché? I motivi sono tanti, probabilmente l’appesantimento della burocrazia ha inciso, ciò che è certo è che è necessario un radicale ed immediato cambiamento organizzativo, prima che il rapporto medico-paziente possa ancora di più degenerare.
Altro tema cocente è quello dell’assunzione dei medici precari, per una situazione definita “intollerabile”, anche perché i primi a farne le spese sono i malati e i loro parenti. Altra novità del 2016 che ha fatto imbufalire un po’ tutti poi è stata l’abolizione della guardia medica notturna, con conseguente intervento del 118 dopo la mezzanotte.
Altra caratteristica di questo appena trascorso 2016 è stata l’abrogazione del decreto Lorenzin. Cioè? Cioè niente più sanzioni per medici e libertà di prescrivere secondo necessità e coscienza, anche se resta, almeno per il momento, l’appropriatezza prescrittiva.
Nel corso dell’estate poi è scoppiata, nuovamente, la psicosi da meningite; diversi sono stati i casi in Sicilia, uno di questi è stato fatale. Ha destato poi parecchie polemiche anche il caso del bambino morto dopo un vaccino che la meningite doveva prevenirla. E a proposito di vaccini il 2016 ha visto una sentenza clamorosa: dopo 16 anni il Ministro della Sanità ha dovuto risarcire un ragazzo che aveva contratto l’autismo, pare, con un vaccino; e da qui, riaperta la polemica.
Ancora una volta tanti, troppo i casi di malasanità che hanno portato alla fine il Codacons a definire la Sicilia “Il fanalino di coda dell’assistenza sanitaria“. Infarti diagnosticati in ritardo, con due ore passate ad aspettare l’elettrocardiogramma prima di morire, neonati morti dopo il parto, e, purtroppo, chi più ne ha più ne metta.
Adesso però basta con le cattive notizie e passiamo alle soddisfazioni che quest’anno si è tolta la sanità siciliana.
La prima non può non essere il mini peacemaker impiantato a Ragusa: tantissimi infatti sono gli effetti positivi e le migliorie rispetto al normale pacemaker che questo gioiellino porta ai pazienti in cui viene impiantato.
Altro orgoglio siciliano è Roberto Di Maio; di chi si tratta? Di un ricercatore palermitano che ha scoperto una, seppur potenziale, cura al parkinson. I risultati delle sue ricerche sono stati pubblicati sulla prestigiosa Science Translational Medicine.
Rimanendo a Palermo altra punta di diamante del meridione è il centro di Villa Sofia-Cervello, primo ospedale a sud di Napoli in grado di realizzare un nuovo trattamento: la radioembolizzazione per le neoplasie epatiche. Non dimentichiamo poi il centro Ismett di Palermo che quest’anno ha spento mille candeline, cioè mille trapianti di fegato effettuati.
Altra soddisfazione, seppur in ambito provinciale, è stata la riapertura del reparto di medicina nucleare all’Umberto I di Siracusa.
Certo è che le buone notizie e le soddisfazioni di quest’anno appena concluso non possono bilanciare le tante problematiche di un mondo, quello appunto della sanità, che ha, a dir di sempre più medici, bisogno di un netto cambio di rotta.