Domani a Palermo confronto sulle nuove frontiere della chirurgia pancreatica

Domani a Palermo confronto sulle nuove frontiere della chirurgia pancreatica

PALERMO – Il trattamento dell’adenocarcinoma pancreatico, delle neoplasie intraduttali papillari mucinose (IPMN) e delle forme severe e/o complicate della pancreatite acuta saranno al centro del congresso scientifico “La Chirurgia Pancreatica oggi”, organizzato dall’ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani ), che si terrà domani, alle ore 8,30, presso l’Aula Multimediale dell’ARNAS Civico-Benfratelli-Di Cristina, di Palermo.

Presidente del Convegno è il dr. Silvio Morini, responsabile dell’U.O.C. di Chirurgia Generale e D’Urgenza dello stesso nosocomio.

Il congresso affronterà in particolare alcuni aspetti della patologia pancreatica: il carcinoma pancreatico e la pancreatite acuta – che ancora oggi rappresentano problemi clinici di difficile e controversa soluzione – e le possibili scelte terapeutiche alla luce dell’attuale progresso scientifico. Secondo studi mirati, il tumore del pancreas nel 2030 sarà la seconda causa di morte nel mondo.

Questo è il dato emerso già nel 2014 durante il Simposio Internazionale di Verona dedicato alla patologia. Come evidenzia il dr. Morini, infatti, si tratta di una malattia, che “a fronte delle sue caratteristiche di aggressività e imprevedibilità, è ormai denominata il silent killer, anche per la difficoltà a realizzare una diagnosi che sia davvero precoce”.

Certamente è comunque di aiuto la prevenzione mirata, personalizzata del soggetto, tenuto conto che quando nella stessa famiglia ci sono almeno tre casi in linea diretta di carcinoma del pancreas bisogna stare attenti.

Secondo i dati europei e americani sulla familiarità, infatti, quando comincia ad esserci il sospetto che in una famiglia ci siano alcune mutazioni genetiche che hanno a che fare con lo sviluppo del tumore del pancreas, perché quelle mutazioni creano un corredo di geni che mette a rischio quelle persone, si comincia a disegnare una mappa che delinea i fattori di rischio che potrebbero indicare a una persona sana di seguire un follow up di sorveglianza.

“Nonostante le difficoltà di attivare veri e propri meccanismi preventivi – sottolinea il chirurgo – apprezzabili evoluzioni in questa direzione possono arrivare dall’approccio multidisciplinare, infatti, pur trattandosi di un convegno di chirurgia, si è scelto di far partecipare anche colleghi di altre specialità”. Inoltre, oggi, i progressi della diagnostica per immagini – che per questa patologia sfrutta principalmente TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e RM (Risonanza Magnetica) – consentono di osservare alterazioni anche molto piccole nonostante la difficoltà del pancreas ad essere ben esplorato a causa della sua morfologia ghiandolare.

La chirurgia associata alle terapie chemio radioterapiche – ovvero la possibilità oggettiva di operare un paziente perché ha un tumore operabile non esteso e non metastatizzato e presenta condizioni cliniche generali non contro indicative – rimane la prima scelta cioè quella che offre le possibilità di sopravvivenza migliori. Esistono, poi, molti farmaci chemioterapici anche in fase di sperimentazione.

Maria Grazia Elfio