PALERMO – Medicina: una parola che, oggi, conta tutto e niente. Si fanno progressi, nuovi esperimenti, si scoprono nuove tecniche per rimuovere dei tumori, come all’Ismett di Palermo, ma c’è chi se ne approfitta “truffando” pazienti con malattie gravi o meno nella speranza di migliorare le loro condizioni. Addirittura si parla anche di favoreggiamenti nei test per tutti i potenziali laureandi con esami verbalizzati senza averli mai sostenuti: questo accade nelle università che formano i medici del domani.
In linea molto più ampia, si considera correlato il caso dell’ingegnere russo morto nella palestra Virgin di Catania mentre svolgeva la propria sessione di allenamento, con attacco cardiaco come diagnosi: abbiamo contattato il presidente regionale della federazione Medico Sportiva Italiana, Genni La Delfa, per capire quale fosse il processo per presentare dei certificati medici che attestino l’idoneità sportiva degli iscritti, che sia attività agonistica o meno.
Oggi, tuttavia, è curioso soffermarsi sui “maghi” della medicina: tutti coloro che, sparsi in Italia e anche in Sicilia, hanno fatto credere di essere medici professionisti, di aver trovato cure sperimentali mai presentate prima, c’è chi addirittura stava per vincere un premio Nobel imbrogliando “il mondo intero”.
Facciamo un excursus sui casi più importanti: partiamo proprio da quest’ultimo. Si parla di Paolo Macchiarini, chirurgo che un anno fa divenne famoso grazie a un’operazione eseguita all’ospedale Careggi di Firenze, quando aveva impiantato una trachea artificiale senza l’utilizzo di immunosoppressori. In parole povere, utilizzare cellule staminali per effettuare dei trapianti senza il rischio di rigetto.
Fu una carriera ascendente quella del dott.Macchiarini, trasferito in Svezia e messo a capo del Karolinska Institutet. In Italia fu acclamato, nel Nord Europa venne indagato. Era a un passo dal premio Nobel, in quanto veniva soprannominato e acclamato da tutti come il “il mago dei trapianti della trachea”. Nel suo curriculum risultavano diverse inesattezze, di cui una gravissima: due pazienti su tre, in realtà, erano morti.
E sempre di tumori si parla, ma andando indietro nel tempo, quando viene tirato in ballo il “Metodo Di Bella”, una terapia alternativa per il trattamento dei tumori, “priva di riscontri scientifici circa i suoi fondamenti e la sua efficacia”. Fu ideata dal medico Luigi Di Bella, che fece parlare di sé in maniera continua alla fine degli anni ’90. La terapia di Di Bella non era convenzionale nella cura del cancro, con un costo molto oneroso a causa dell’utilizzo della somatostatina, farmaco presente solo negli ospedali poiché classificato come farmaco di fascia H. Venivano utilizzati dei farmaci fissi, per poi aggiungerne altri a seconda del tipo di tumore da affrontare. Questo, probabilmente, è l’unico caso in cui aleggia ancora un velo di mistero, perché in studi ex-post sono stati affermati dei benefici della terapia, come per esempio l’utilizzo dell’acido retinoico per prevenire le recidive del cancro mammario.
Altro personaggio “di spicco” è sicuramente Alberico Lemme, ideatore della tanto discussa “Dieta Lemme”. Su questa, sono note le critiche e la confusione a livello clinico e nutrizionale di un caso diventato tra i più ricercati nell’estate di un anno fa secondo Google. La dieta è basata sulla biochimica del cibo, sull’effetto che ciò che mangiamo ha sul nostro metabolismo e, in particolare, sugli ormoni. In questo metodo non contano le calorie ingerite e nemmeno presentarsi con un’analisi del sangue, solo “con il cervello”. Una dieta ipercalorica oggetto di discussione praticamente in tutta Italia e anche in Europa, con molti che alla domanda su Lemme, hanno risposto: “Lui non è un medico”. Un esempio? “Colazione fragole con panna, a pranzo zucchine e a cena finocchi. Si mangia soltanto ciò che è indicato, ma nelle quantità che si vuole e i condimenti che si preferisce. L’olio? Non fa male. È solo bene limitare il sale”.
Andiamo, adesso, nella nostra Sicilia, dove uno dei casi più singolari e vicini alla gente comune spacciata come medico è quello di Carmelo Sambataro, originario di Paternò, che ingannava un’anziana affetta da disabilità mentale. L’uomo è stato poi arrestato, poiché chiedeva somme in denaro promettendole in cambio che avrebbe effettuato dei particolari “riti magici” per farla guarire. La vittima non rispondeva alle cure fornite e Sambataro se ne sarebbe approfittato, dicendole di poterla guarire con una speciale acqua santa.
Da casi mondiali come quello di Macchiarini ai più piccoli, ma non di minore importanza, come gli esami all’università di medicina con una “truffa all’italiana”: a gennaio di quest’anno, ha fatto scalpore quanto accaduto a Bari, dove una studentessa è stata denunciata per falso e abuso d’ufficio, in quanto avrebbe verbalizzato ben tre esami senza mai averli sostenuti. Il complice? Un dipendente amministrativo dell’Ateneo. Come questo, ci sono tanti altri episodi che riguardando anche i test per l’ammissione, che vennero copiati dalle esercitazioni. A vincere il ricorso contro il Consiglio di Stato è stata una ragazza di Palermo, un mese fa, che “ha aperto” le porte a un centinaio di siciliani e a mille italiani.
Segno che è ancora possibile evitare di strizzare l’occhio e fare i furbetti.