CEFALÙ – Cefalù, in provincia di Palermo, è una delle località più gettonate della Sicilia occidentale, conosciuta soprattutto per le sue spiagge da sogno e per essere una meta fortemente turistica, scelta essenzialmente dai giovani. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere.
Borgo medievale marinaro per eccellenza, collocato a ridosso di una rupe, Cefalù (Cifalù in siciliano) è stata consacrata come meta turistica internazionale.
Il mare cristallino, i suoi punti d’interesse e molto altro ancora rendono irresistibile questa località tutta siciliana. D’estate, infatti, ogni anno, viene “presa d’assalto” da numerosi turisti e il Comune arriva anche a triplicare la propria popolazione durante i mesi caldi.
Porta d’ingresso delle Madonie, prende il nome dall’inconfondibile sagoma del promontorio alle sue spalle a forma di testa – Kefaloidion in greco (Kefalè = testa, capo), Cephaloedium in latino – che diventa lo sfondo da cartolina di ogni foto ricordo della città.
Il centro storico è interamente percorribile a piedi e si sviluppa attorno al Duomo, circondato da stradine strette tipicamente medievali. I palazzi sono costituiti da decorazioni architettoniche particolari e le numerose chiese presenti manifestano tutta l’importanza della sede vescovile.
Classiche, in questa cornice, le case antiche fronteggianti il mare. Tutte le varie stradine, inoltre, pullulano di negozi per lo shopping, ristoranti, pizzerie, gelaterie e quant’altro.
Per quanto riguarda il posteggio, la zona centrale è off limits: possono accedere solo i residenti dotati di appositi pass. Un po’ più distante sono presenti strisce blu a pagamento dove poter lasciare l’auto.
Se si è fortunati, invece, è possibile trovare anche stalli bianchi gratuiti, ma veramente rari e pochi, magari accontentandosi di raggiungere le principali attrazioni dopo una bella camminata a piedi. Vi sono, tra l’altro, anche diversi posteggi (sempre a pagamento).
Quando si visita un luogo la domanda principale riguarda i punti di interesse, per non perdersi proprio nulla. Quindi, anche in questo caso, occorre chiedersi: cosa vedere assolutamente a Cefalù?
Il Duomo di Cefalù, o la Cattedrale Normanna (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione) è assolutamente uno dei simboli del borgo. Monumento nazionale dal 1941 e dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’Unesco all’interno dell’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.
Secondo la leggenda, la chiesa sarebbe sorta in seguito al voto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato a una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione, invece, sembra di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza.
Accanto alla Cattedrale, entrando da un ingresso a parte, si trova il Chiostro Medievale, che è il più antico della Sicilia. I capitelli, finemente decorati con episodi biblici o storici, sono tutti diversi tra loro e ciascuno è sorretto da due sottili colonne.
In via Vittorio Emanuele, proprio sotto una delle case che si affacciano sulla baia del porticciolo di Cefalù, è collocato un Lavatoio Medievale pubblico che, per secoli, fu usato dalle donne locali per il bucato. Si accede tramite una scalinata di pietra lavica e si possono notare diverse vasche che raccolgono l’acqua del fiume Cefalino che sgorga da 22 bocche, alcune a forma di testa di leone.
Degna di nota, Porta Marina o Porta della Pescara, l’ultima ancora in piedi delle quattro Porte che permettevano l’accesso all’interno della cinta muraria.
I turisti, spesso, si fermano proprio qui per fotografare la baia del porticciolo con la vista del molo dall’ingresso di via Vittorio Emanuele proprio attraverso la Porta Marina.
Il Bastione Marchiafava è una bellissima terrazza sul mare di Cefalù dalla quale si possono vedere – nelle giornate più soleggiate – le Isole Eolie e un tratto di costa orientale. Foto particolarissime, soprattutto al tramonto. Risultato garantito!
Simbolo di Cefalù, la Rocca è un punto d’interesse che si deve visitare. Non perdetevela per nessun motivo. Certo, l’ascesa sarà leggermente faticosa, in larga parte dovrete percorrere un sentiero su cui si sporgono rocce e richiederà attenzione, ma il gioco vale la candela.
Lo spettacolo, una volta arrivati, vi lascerà senza parole. Dopo circa 20 minuti di camminata si arriva al Tempio di Diana, edificio megalitico del IX secolo a.C., e ai resti delle mura medievali che si affacciano direttamente sulla città. Poi si prosegue fino alla cima del promontorio a 268 metri sul livello del mare.
Non sottovalutate una visita al Museo Mandralisca, fondato dal barone di Mandralisca, che oltre a una biblioteca con più di 9.000 volumi, ospita una pinacoteca degna di nota. Opera di maggior pregio, il Ritratto di ignoto di Antonello da Messina, realizzato nel 1465.
La tradizione culinaria di Cefalù rispecchia l’essenza del borgo. I piatti tipici hanno il profumo del mare, anche se la regina della cucina è a base di carne: la pasta ‘a taianu (pasta al tegame), che è il piatto forte della Festa del SS. Salvatore. Ingredienti principali ragù, carne e melanzane fritte. Sempre tra i primi, i Lasagni Cacati: pastasciutta con ragù di salsiccia e ricotta fresca.
Accanto a questo non possono mancare quelli a base di pesce, principalmente sarde a beccafico e pesce azzurro. Da provare anche gli involtini di pesce spada (farciti con provolone, pane grattugiato, aglio, basilico, prezzemolo, uovo e ritagli di pesce spada saltati con cipolla tritata, poi cotti alla griglia e serviti con salsa di olio, aglio, succo di limone, prezzemolo e origano cotta a bagnomaria) o di tonno fresco (con mollica di pane, prezzemolo, aglio, uova sode tritate, pecorino grattugiato, polpa di tonno tritata, fritti e cotti in una salsa di pomodoro e cipolla).
Non dimentichiamo anche lo street food palermitano: crocché, pane ‘ca meusa e panelle. Altro must have è lo Sfincione: focaccia alta e soffice condita con formaggio primosale o pecorino o caciocavallo, acciughe, cipolla, mollica di pane grattugiata, origano, prezzemolo, olio, sale, pepe e pomodoro.
Trattandosi di una località prevalentemente estiva, Cefalù è conosciuta soprattutto per le sue spiagge particolari e sui generis. Vediamo insieme quali sono le più belle.
Non solo mare, ma anche eventi degni di nota a Cefalù. Tantissime sono le esperienze da vivere. Per esempio, a Carnevale, la località si “colora” di vita con maschere, carri allegorici, danze e gastronomia di ogni tipo.
La sera della vigilia della festività di San Giuseppe, invece, si organizza la Vampa di San Ciusieppi, spettacolare falò da non perdere. Immancabile anche la Pasqua: il Venerdì Santo si snoda per il borgo antico una processione e il Lunedì dopo Pasqua si va a satari i vadduna (“scavalcare i torrenti”), un modo per indicare la classica scampagnata di Pasquetta.
Ancora, la prima metà di giugno si svolge la Festa del Corpus Domini: imponente processione che accompagna il Santissimo Sacramento.
Il giorno che precede la festività si svolge la Fruottola, o Festa del Pane, retaggio di quella che era l’antica festa delle Maestranze e delle Corporazioni (che durava ben 8 giorni).
Dal 2 al 6 agosto si svolge la festa del patrono cui è dedicata la cattedrale. Liturgie, processioni, luminarie, fuochi d’artificio, musica e mercato. Questo è molto altro è possibile trovare nella località turistica. Inoltre, trova spazio da tempo – proprio in quei giorni – un rito laico: la ‘Ntinna a mare. Si svolge il 6 agosto ed è una gara d’equilibrio: bisogna conquistare una bandiera posta all’estremità di un palo (un albero di nave) sospeso sull’acqua dalla banchina del molo e cosparso di sego e sapone.
Proprio perché l’estate è il momento più magico per Cefalù, in cui si concentrano maggiormente i turisti, da agosto a settembre ci sono diversi appuntamenti musicali, teatrali, presentazioni di libri, mostre e animazioni.
Da non sottovalutare neppure il Natale: la notte della Vigilia viene eseguita in strada la nenia natalizia ‘A Ninnariedda. La notte del 31 dicembre, poi, protagonisti diventano i bambini che ricevono doni da ‘a vecchia strina, una vecchietta grintosa e sdentata.
“Non c’è turista che viaggiando per la Sicilia non si senta obbligato o desideroso di fermarsi a Cefalù: e dopo averne ammirato il Duomo e sostato nella piazza luminosa che lo inquadra, non imbocchi la stradetta di fronte a destra per visitare, fatti pochi passi, il Museo Mandralisca […]“
– Leonardo Sciascia
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