Le ultime barzellette di Crocetta, presidente sotto assedio

PALERMO – Si è tenuto ieri l’ennesimo Crocetta show. Mentre il palazzo della Regione era assediato dai forestali il presidente ha detto che va tutto bene. Per i manifestanti i soldi si troveranno, per i giovani che attendono il famoso Piano non ci sarà molto da aspettare e per l’abolizione delle province – annunciata in maniera roboante dal salotto televisivo di Giletti – il disegno di legge è pronto. Parola di Rosario Crocetta.

“Stiamo facendo miracoli e voglio rassicurare chi sta protestando — ha detto in conferenza stampa — Per i forestali mancano 25 milioni di euro, ma contiamo di utilizzare almeno dieci milioni dei fondi congelati alla Crias. Sulla formazione a giorni arriveranno i primi mandati di pagamento e il 13 ottobre partirà il progetto Prometeo”.

Inoltre la Regione ha chiesto una deroga al patto di stabilità per almeno 600 milioni, altrimenti non ci sarà più possibilità di spendere nemmeno un euro. Oltre alle vertenze sindacali sul tappeto il presidente è assediato politicamente.

Il risultato di Siracusa ha sferzato l’entusiasmo di Crocetta che, adesso, deve fare i conti con una maggioranza ancora più traballante vista la defezione di Pippo Gianni, il quale ha perso il posto di deputato regionale.

Il presidente ha liquidato con una delle sue solite battute l’ormai ex componente dell’Ars: “Morto un Gianni se ne fa un altro!“.

Eppure Crocetta avrebbe ben poco da fare lo spiritoso vista la calendarizzazione delle mozioni di sfiducia nei confronti dell’assessore Nelli Scilabra (prevista per il prossimo mercoledì) e dell’assessore Linda Vancheri (prevista per il prossimo giovedì).

Gli esponenti del Pdr – colleghi del gruppo di Pippo Gianni – hanno avvisato il presidente: “Con grande dispiacere nei confronti dell’uomo in cui abbiamo creduto potremmo pure noi affermare con pari superficialità che morto un Crocetta se ne farà un altro”.

“La rivoluzione, quella vera, – ha detto Crocetta – la sta facendo il presidente e la sua giunta. Per questo motivo piovono mozioni di censura anche contro un assessore come Nelli Scilabra che sta portando avanti il suo lavoro con un’onestà intellettuale che non ritrovo in qualche suo predecessore”.

Inoltre il presidente ha ribadito che delle elezioni siracusane non si è interessato e che la nomina di Gerratana non è stata legata a influssi sul voto.

Su Bruno Marziano, il deputato che aveva annunciato una denuncia per voto di scambio, Crocetta dice: “Mi sta anche simpatico. E non è vero che mi ha denunciato. Abbiamo uno splendido rapporto. I cuperliani non hanno voluto scegliere un assessore al posto della Sgarlata, così è toccato ai renziani. Se poi qualcuno del Megafono ha votato per il candidato renziano non ci vedo nulla di male”.

E qui arriva l’ennesima barzelletta del presidente. Dopo aver – per settimane – negato la necessità di un rimpasto in giunta, richiesto a gran voce dal Pd, specie dall’area cuperliana, adesso Crocetta messo alle corde ha invocato l’aiuto dei democratici offrendo loro le ambite poltrone: “Io sto scardinando un sistema, lo scontro non è politico ma riguarda gli affari che si sono fatti in questa Regione, per questo chiedo alla politica di sostenermi: la smettano con questo stillicidio di censure e mozioni di sfiducia, i cuperliani indichino i loro assessori e si torni a lavorare insieme”.

L’offerta è sul piatto. Sarà che anche per il presidente è pronta una mozione di sfiducia che potrebbe essere votata anche da pezzi della maggioranza e quindi meglio rasserenare il clima.

Clima di grande confusione all’Ars dove sta naufragando la riforma delle province. Per molti deputati e anche per il presidente Ardizzone per uscire dal guado occorre recepire il decreto Delrio, ma Crocetta non molla.

“Approvare quel decreto significa approvare il nulla – rilancia Crocetta – ed esporrebbe la Regione a una serie di impugnative. Alcuni comuni hanno già deciso di lasciare il vecchio ente di provenienza. Come si fa a dire a questi che la loro decisione verrà cancellata con un colpo di spugna?”.