PALERMO – Non c’è bisogno di dover fare una indagine demoscopica per conoscere il “tormentone mediatico estivo” che affliggerà in questi torridi mesi, i siciliani ricchi (per modo di dire, tantu sunu quattru e u baddu, rispetto alla mega massa di poveri, che per cercare un po’ di frescura si mettono a girare nei centri commerciali con la scusa di informarsi quando ci saranno i saldi e basta!), i titolari di pensioni d’oro (ce ne sono anche in Sicilia, come ex dirigenti regionali e politici), i pensionati ricchi, i pensionati che per fortuna sono potuti andare in pensione e usciti miracolosamente dal cappio della Fornero, i pochi fortunati lavoratori che potranno godersi qualche giorno di vacanza e poi i mafiosi, i delinquenti, gli usurai e i parassiti della società.
Si, il tormentone riguarda i 181 mila emigrati arrivati dallo scorso anno ad oggi ed altri 80 mila parcheggiati in Libia, in attesa di essere imbarcati sulle navi delle Ong, dai trafficanti, per poi essere trasbordati nei porti siciliani e del meridione d’Italia. Ma oggi abbiamo appreso che il presidente Mattarella ha detto, finalmente, da vero maschio siciliano, che se l’Europa continua a fare orecchio da mercante nella cogestione dell’accoglienza, bisogna dirottare i carichi di migranti verso nuovi porti europei e bisogna salvaguardare la sicurezza dei cittadini.
La posizione del Capo dello Stato arriva in un momento in cui i centri di accoglienza siciliani sono diventati un porto di mare e gli ospiti fanno rimostranze per una cattiva ospitalità, poi per un lanciato allarme espresso dal procuratore nazionale antimafia per il facile ingresso di terroristi assieme agli emigranti africani. Adesso, per la cronaca, Gentiloni aspetta la prossima riunione del G 20 europeo per “costringere” gli altri Stati a “caricarisi a cutra macari iddi” e speriamo “ca’ a parti ro masculu” la faccia anche lui, Paolo, il Capo del Governo assieme alla Mogherini; pardon, la nostra rappresentante alla politica estera dell’Ue, ci scusi, la vorremmo definire “donna con gli attributi”, nel caso ci dovesse provare seriamente, “usu Merkel”.
E meno male che di tormentoni di politica interna pare che alcuni siano scemati o stiano scemando, come il lato B del Pd per le elezioni regionali autunnali… no scusate “opzione B”; il segretario siciliano del partito democratico, Raciti, ha dichiarato che sebbene il presidente uscente abbia governato bene, è finita l’era crocettiana e bisogna trovare almeno nuovi politici e di pari grado, alternativi; quasi, quasi a voler dire, dobbiamo candidare una persona “a usu spessore Crocetta”, capace di far affondare definitivamente la nave, scusate, sarà il caldo, abbiamo confuso Crocetta con Schettino!
Poi ci potrebbe essere un altro genere di tormentone, quello della politica nazionale: Romano Prodi autocandidato ad alfiere della pace nel Pd, dimessosi anzitempo nello stendere al Nazareno la “biancheria” tra le varie anime del partito, tra Renzi e Pisapia e gli altri volta gabbana come Bersani e D’Alema; niente da fare, non c’è pace neanche con l’Ulivo! Ancora … e finiamo con il giro di palle! Fabio Fazio ricatta i vertici Rai: “O mi date 2,2 milioni di euro per quattro anni o me ne vado a La 7”. Ma il ricatto in questi casi non è reato, nè tanto meno, il conduttore è stato preso a pedate! Tanto il Governo e Renzi l’artefice se ne fotte che ha imposto il canone come tassa per mantenere “ancorman” raccomandati di ferro, costi quel che costi!
Ma quello che risulta più grave è che ancora nessuno dei politici se ne fa carico di queste storture, come, e per rimanere in Sicilia, nessuno, nemmeno Crocetta, si prende a cura i veri drammi che affliggono l’Isola. I tormentoni, qui, sono del genere “quattro stagioni” e sono ben altri, i quali non lasciano dormire la notte, nemmeno nelle fredde notti invernali. Il grado di povertà raggiunto è diventato incontrollabile: una su tre abitazioni di città, Comuni, specie quelli con alte fasce di cittadini emigrati, sono in vendita; abbiamo raggiunto il record di esecuzioni immobiliari, 25 mila per l’esattezza; proprietari con famiglie che hanno perduto il lavoro, impossibilitati a pagare le rate dei mutui, si sono visti costretti ad essere sfrattati dalle banche, le quali non hanno esitato a fare mettere all’asta le loro abitazioni, anche per poche decine di migliaia di euro e per le cifre allettanti, chiaramente, non sono mancati gli sciacalli approfittatori.
E a Sala d’Ercole? Tutto tranquillo, i 90 si sono dati già alla macchia, con la scusa di intraprendere i preparativi per la prossima tornata elettorale che quest’anno sarà molto agguerrita visto che gli scranni da occupare saranno 70 e non più 90. I colpi bassi e i fendenti al veleno d’aspide saranno all’ordine del giorno, tutto in barba ai cittadini.
Giuseppe Firrincieli