Show Crocetta: “Voglio un figlio” e intanto la Sicilia crolla

PALERMO – Dopo il teatrino, il cabaret, lo show arriva il trasformismo di Rosario Crocetta. Con i giovani senza lavoro, con migliaia di famiglie alla fame, con i comuni con le casse vuote, con le riforme che giacciono all’Ars da mesi, il presidente della Regione si lascia andare ad esternazioni sulla sua vita privata e sessuale, ospite dalla trasmissione radiofonica “La Zanzara”.

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Sembrano i titoli di coda di una commedia all’italiana di serie b. Il protagonista assoluto è lui: Rosario Crocetta. Il suo carnevale prosegue informando i siciliani di “vivere come un monaco e di avere una vita irreprensibile” ma che potrebbe anche adottare un bambino e andare con una donna.

Desiderio rispettabilissimo: il governatore, però, dimentica che ancora non ha nominato l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, come chiedono da mesi don Fortunato Di Noto e Marina Virgillito, presidente ASA onlus: lo farà forse quando ne avrà bisogno personalmente.

Informazioni utili per i tanti siciliani con la valigia in mano che, invece, si aspetterebbero risposte concrete su ciò che sta facendo per loro la Regione. Ma Crocetta è così: messo all’angolo la butta in caciara e dissimula parlando (e facendo parlare) d’altro, alimentando la polemica sullo stereotipo e sul luogo comune. Un terreno che gli è congeniale.

Parlando di politica il presidente ha ripetuto come un mantra che non si dimetterà mai. “Voglio liberare la Sicilia dal malaffare”, ha dichiarato. La giornata convulsa di ieri ha però fatto registrare nelle cronache parlamentari una nuova parola: elezioni.

L’ultimo strappo di Fausto Raciti, segretario del Pd di area Cuperlo, avvenuto proprio nel giorno della visita del premier Matteo Renzi è stato un forte segnale di dissenso. Però la sua presa di posizione non è ancora pienamente condivisa da tutti i democratici. I renziani non sarebbero propensi a una linea così oltranzista e sarebbero inclini a convocare una direzione regionale del partito per un confronto e per mettere ai voti la proposta avanzata da Raciti.

Proprio domani quest’ultimo ha convocato un vertice dei partiti di maggioranza ed emergeranno le varie posizioni di questa litigiosa compagine governativa. Duri gli attacchi di alcuni esponenti del Pd contro il governatore Crocetta.

Oltre il “solito” Antonello Cracolici ieri anche il deputato etneo Giuseppe Berretta è andato giù duro: “Da Crocetta mi sarei atteso ben altro, come i tanti siciliani che hanno votato il centrosinistra, scommettendo sul cambiamento e che oggi, dopo due anni di governo, osservano con tristezza e preoccupazione l’opera buffa di una politica siciliana che condanna l’isola alla marginalità”.

Dopo le dimissioni di ieri dell’assessore Mariarita Sgarlata rimangono in piedi le mozioni di censura riguardanti gli assessori Scilabra, Agnello e Vancheri. Oggi riprenderanno i lavori dell’Ars e verranno calendarizzate le date per la votazione delle mozioni. Specie nei confronti della Scilabra e di Agnello ci sono stati gli strali anche di deputati democratici e il partito dovrà decidere se adottare una linea intransigente, votando la mozione, o se cercherà una mediazione.

Inoltre l’Assemblea dovrà scegliere il nuovo vice presidente e affrontare temi nodali come la riforma delle province, rimasta al palo, e l’approvazione della legge di stabilità. Il cabaret continua in attesa del can can finale: va bene che la sede della Regione è Palazzo d’Orleans, ma trasformarlo nelle Folies Bergere dimostra poco rispetto per le istituzioni!